GROSSETO – “Leggo dalla stampa che alcuni grandi produttori di pasta hanno criticato il provvedimento attraverso il quale il Governo intende rendere obbligatoria nelle etichette della pasta, l’origine del grano affermando che servirebbe solo a confondere le idee ai consumatori”. Sono le parole del vicepresidente della Cia Toscana e presidente di Grosseto Enrico Rabazzi che interviene sulla presa di posizione della Barilla sul decreto che il Governo italiano ha inviato alla Commissione Europea che introduce l’obbligo per i produttori di pasta secca di indicare il paese di provenienza del grano sull’etichetta.
“Senza voler entrare in polemica con i produttori di pasta, piccoli o grandi che siano – prosegue Rabazzi -, come Cia però pensiamo che ogni informazione in più data ai consumatori sia un elemento per valutare meglio ciò che acquistano e soprattutto siamo convinti che i consumatori sono abbastanza intelligenti da non farsi confondere”.
“È vero – continua Rabazzi – che di per sé l’origine del grano non è legata alla sua qualità ma se, come crediamo, i consumatori si fidano di più del grano di provenienza italiana un motivo ci sarà.Siamo infatti certi che, grazie anche alla nostra costante comunicazione, il consumatore sia oramai consapevole del fatto che mentre l’utilizzo di alcune sostanze è tassativamente vietato nel nostro Paese in altri è consentito”.
“Può non piacere ma forse questo è un elemento che al momento dell’acquisto fa optare al 100% per il Made in Italy. Siamo convinti – conclude Rabazzi – come il Ministro Martina, che questo provvedimento premierà i produttori che useranno grano italiano e questo contribuirà, speriamo, a far uscire il settore cerealicolo da una delle peggiori crisi degli ultimi decenni”.