GROSSETO – Riformare i settori dell’estetica e del benessere che, alla luce della crescente domanda di qualità, richiedono una professionalità sempre maggiore, a tutela degli operatori e dei consumatori, anche per contrastare il diffondersi dell’abusivismo e della concorrenza sleale. E’ l’obiettivo della proposta di legge (primo firmatario l’onorevole Marco Donati) per modificare la legge 1/90 in materia di estetica, presentata nei giorni scorsi a Montecitorio dalla Cna.
Al tempo della legge 1/90 pratiche come l’onicotecnica, i vari tipi di massaggi del benessere, il trucco specializzato (i make up artist), i tatuaggi, i piercing, non erano ancora così diffusi. E pure i percorsi formativi sono molto differenti come ad esempio per eseguire tatuaggi in Emilia Romagna occorrono 14 ore di formazione, in Toscana 600. La proposta di legge presentata serve quindi anche per regolamentare a livello nazionale tutta l’attività estetica uniformando i regolamenti e i requisiti igienico-sanitari.
“Il settore del benessere – dichiara Anna Rita Bramerini, direttore di Cna Grosseto – con particolare riferimento alle attività di acconciatura, estetica, tatuaggio e piercing, conta a livello nazionale su 40 mila imprese e circa 100 mila addetti, con un giro d’affari annuo pari a 21 miliardi. Una nuova legge su queste attività è quanto mai necessaria, sia per dare ancora più slancio a un comparto economico in espansione , sia per una maggiore tutela dei clienti. La nuova legge si pone anche l’obiettivo di uniformare le diverse normative esistenti a livello regionale, contrastando anche quelle forme di abusivismo che danneggiano l’immagine e la professionalità dei tanti operatori onesti presenti sul territorio”.
“Il carico fiscale e il crescente fenomeno dell’abusivismo sono i principali antagonisti di noi operatori del benessere – afferma Daniela Morosini, presidente provinciale dell’Unione Benessere e Sanità – Oggi l’abusivismo è diventato una piaga sociale sia per noi imprenditori che con fatica e coraggio lavoriamo nel rispetto delle regole ma soprattutto per gli utenti finali che spesso sono incoscienti e si affidano a persone prive di requisiti professionali e igienico-sanitari. Le nuove forme di cabina e poltrona in affitto e co working potrebbero funzionare come deterrente all’abusivismo, in quanto i giovani e i meno giovani operatori qualificati potranno lavorare presso un salone o un centro estetico prendendo in affitto una postazione di lavoro, evitando così di sostenere importanti somme di denaro per avviare l’attività”.
“Ruolo fondamentale per la tutela degli interessi del settore è senza dubbio l’associazionismo – conclude Anna Rita Bramerini – L’unione Benessere e Sanità è una categoria relativamente giovane nel sistema Cna e come associazione raccogliamo sempre le esigenze delle imprese per avanzare le istanze degli imprenditori all’interno delle singole amministrazioni locali, territoriali e nazionali cercando di raggiungere traguardi importanti come questa proposta di legge si propone di fare”.