MONTIERI – Nel territorio di parte delle Colline Metallifere e in alcuni comuni dell’area geotermica tradizionale vi è stato lo start up di un progetto pilota sperimentale di filiera etica e democratica finalizzata alla coltivazione e trasformazione dei grani e cereali “antichi”.
Sono oltre 25 le aziende agricole e di trasformazione agroalimentare che hanno sottoscritto un accordo volontario per l’implementazione di un sistema di filiera etica e democratica per la produzione e commercializzazione dei grani e cereali “antichi”.
Sotto la cabina di regia dell’Unione montana delle Colline Metallifere, grazie al lavoro del presidente, Nicola Verruzzi, del consigliere nonché giovane imprenditore agricolo, Alessio Guazzini, e del consigliere comunale di Montieri e imprenditore nel settore della panificazione, Andrea Montomoli, si sono raggiunti dei primi e sostanziali risultati.
“Il progetto – si legge in una nota del sindaco Nicola Verruzzi – prende le mosse dall’avvenuta constatazione della crisi sistemica in cui versa l’agricoltura del territorio, a causa di un costante e cronico ribasso nei prezzi del grano, in ragione di una sempre più marcata globalizzazione dell’offerta, di una rarefazione del settore suddiviso in molte micro imprese e di un territorio morfologicamente non vocato a sistemi di produzione intensivi.
Consci dell’importanza della pratica agricola nel territorio come settore tradizionale da difendere e tutelare, come imprescindibile attività di custodia e preservazione del territorio e dunque di enorme valore ambientale, come motore di rilancio economico e turistico, e come veicolo di potenziale produzione di prodotti che rispondano sempre più a criteri di ricerca della qualità, della territorialità e della salubrità, da ormai diversi mesi siamo al lavoro per pianificare e concepire una progettualità che si propone di rimettere al centro l’agricoltura nel nostro territorio e di creare una rete indissolubile tra gli attori del settore lungo la filiera agroalimentare”.
“Si chiama filiera etica e democratica – si legge ancora nella nota – perché si propone di riporre al centro il lavoro e le aziende e di democraticizzare i rapporti tra i partners all’interno della filiera.
Le aziende che hanno sottoscritto l’accordo si sono impegnate volontariamente a rispettare criteri di produzione, pratiche di coltura, ed a collaborare funzionalmente alla valorizzazione ed all’implementazione dell’intero comparto.
L’originalità del progetto risiede nella circostanza che le semenze che ogni azienda agricola andrà ad impiantare nei propri terreni dovranno possedere apposita e documentata certificazione, onde dimostrarne la tracciabilità in ogni momento, e che le pratiche di coltivazione sono definite in un apposito disciplinare dettagliato all’interno dell’accordo che contempla, allo stesso tempo, attività di formazione e qualificazione degli operatori all’interno del progetto”.
“Vi è di più – aggiunge il sindaco – Le aziende di trasformazione agroalimentare, attraverso l’accordo, si impegnano a concertare i prezzi di acquisto del prodotto primario trasformato all’interno della filiera, di comune accordo con gli agricoltori, da qui la concezione etica e democratica della filiera, e ad acquistare un quantitativo predeterminato e prestabilito.
I partecipanti alla filiera si impegnano, inoltre, ad indirizzare le proprie rispettive attività d’impresa verso processi produttivi all’insegna della territorialità, della qualità e del risparmio ed efficientamento energetico, coniando, in tal modo, il progetto di una chiara impronta green ed attenta alla salute ed al benessere dei consumatori finali.
Il passo successivo sarà quello di operare per chiudere la filiera, e dunque il ciclo produttivo, all’interno del territorio attraverso la realizzazione di impianto per la trasformazione e lavorazione dei prodotti agricoli primari.
Per questo, e per molto altro, si sta lavorando ad un grande progetto territoriale, trainato da Cosvig, finalizzato all’attrazione di contributi per progetti di sviluppo aziendale su cui molte aziende del territorio hanno lavorato e stanno lavorando in questi mesi. Tre le parole d’ordine del progetto: tutela e valorizzazione della biodiversità, energie rinnovabili e prevenzione e cura del territorio”.