GROSSETO – A dodici giorni dal referendum, arriva un altro appello al voto da parte di Marco Simiani, segretario provinciale del Pd, che poi parla anche di questioni locali come la cultura.
“La campagna referendaria in provincia di Grosseto è molto attiva – scrive Simiani – I Comitati del Si stanno organizzando molte iniziative, spiegando la riforma, sia in termini tecnici che politici. Sul fronte del no, arrivano solo contestazioni, alcune lecite, anche se troppo spesso, più contro qualcuno, che nel merito della riforma.
Nel nostro territorio mi stupiscono le posizioni e i toni di una parte degli amici della “sinistra radical”, che per evidenziare il proprio No, enfatizzano la contrarietà agli atteggiamenti assunti dal premier Renzi.
È sicuro che un premier, in quanto anche persona, può non piacere a tutti e sicuramente alcuni atteggiamenti non sono stati graditi da particolari estimatori della dialettica e del confronto dai toni più pacati. Ma è indubbio che, dati alla mano, su alcuni settori cari anche alla sinistra, il Governo abbia fatto qualcosa e intenda mettere in moto, con la legge di Bilancio 2017, alcune manovre significative”.
“Anche settori come la cultura – aggiunge il segretario del Pd – stanno conoscendo nuove albe: da Pompei, dai musei, al mondo del cinema, settore quest’ultimo spesso soggetto a gravi lacune governative e recentemente toccato da una misura ad hoc che dona decisamente più ossigeno al sistema.
In merito al settore culturale, in città, stanno avvenendo dei sostanziali cambiamenti. Si dovrebbe fare attenzione anche qui ai contenuti, e invito gli amici di sinistra a riflettere, piuttosto che contestare sistematicamente il Pd.
Recentissime cronache ci aggiornano su un volere di “restaurazione” di una certa idea di Grosseto da parte della nuova presidenza della Fondazione, con un ritorno al passato che si estende all’intero spazio cittadino, facendone del centro città il forte, citando la “città ideale”. Spalleggiata da idee di destra alla quale la sinistra grossetana non può sottrarsi dal tenersi affrancata”.
“È ormai da tempo – scrive Simiani – che la sinistra più estrema, soprattutto quella dalla penna facile, ha continuato a demonizzare, anche sui media, il Pd e le sue politiche, senza mai cercare un dialogo o riconoscere almeno le scelte positive, che ormai da anni aspettavamo. E’ successo per la campagna elettorale per le amministrative, sta succedendo per la campagna referendaria.
Ormai è ineludibile, quando la sinistra non riconosce lo sforzo riformista e progressista, nascono derive populiste, dove, inconsapevolmente, su molti atteggiamenti, si ritrovano uniti contro chi governa. La possiamo chiamare “difendere la propria identità”, io la chiamo la “paura del domani”, perché si preferisce rimanere ai tempi che furono, anziché fare cose utili per i cittadini.
La prova è Grosseto, dove la nuova proposta culturale rischia di far chiudere la città in se stessa.
Infatti come il presidente Mori saprà, la città , seppur accettando alcuni richiami, è sempre andata avanti cercando di di non aver paura di navigare in mare aperto.
Come successo in altre città e in altri tempi, prendendo un esempio su tutti, mi rifaccio alle parole di Francesco Guicciardini che descriveva l’esercito di Carlo VIII nel 1494 disceso in Italia e di passaggio anche nel territorio fiorentino. Arrivato con artiglierie moderne che avrebbero rivoluzionato il tempo, condizionando sia gli assedi che le architetture cittadine, impressionò la contemporaneità. Ma furono un segnale dei tempi che sarebbero stati, inevitabilmente plasmati anche da quella forma di futuro.
Anche il Rinascimento, che rappresenta una parte imponente della nostra storia, e che vede nel suo seno anche lo studio e l’idea della città ideale, con l’utilizzo sontuoso della prospettiva, era per la contemporaneità la rappresentazione del futuro stesso”.
“Rivendicando l’uso di prospettiva – conclude Simiani – anche come termine per declinare quello di futuro, credo che la sinistra tutta (di Grosseto) possa rendersi orgogliosa del progetto di cultura avanzato precedentemente dalla Fondazione. Orgogliosa anche dell’esempio della Città Visibile o della street art in via Saffi davanti al Bastione del Cassero, che non rappresenta la svalutazione di un fossato dell’epoca, ma piuttosto mette a confronto passato e presente, alla base di un ponte, simbolo ci connessione e scambio.
E infine, credo che se vogliamo proprio guardare al passato non solo come recupero, ma soprattutto come virtù, dovremmo tutti unirci all’appello di Vanessa Roghi che ha recentemente invitato anche tramite stampa il sindaco di Grosseto ad una proiezione pubblica di un documentario sulla strage di S. Anna di Stazzema.
Spero che il Sindaco Vivarelli Colonna, accolga la richiesta di Roghi, perché in città non ci deve essere nessun dubbio, su quali valori la nostra comunità si riconosce.
Senza nessun dubbio, noi contatteremo la signora Vanessa per capire come riuscire a sviluppare la sua idea.
Questo è il recupero culturale e valoriale al quale dobbiamo unirci, senza indicare nessuno e senza sollevare alcuna polemica. Un recupero nel quale non dobbiamo sentirci divisi. Per il quale dobbiamo lottare nel merito uniti e compatti. Un esempio di cultura che va al di là di mostre ed eventi e parla di futuro e città.
Una cultura sulla quale si fonda anche parte della nostra Costituzione, quella che non è oggetto di riforma ma pilastro del nostro Stato, e alla quale tutti siamo chiamati ad osservare in quanto Italiani”.