GENOVA – Hanno firmato in 22, con una cerimonia svoltasi nell’Auditorium dell’Acquario di Genova alla presenza del Sindaco metropolitano di Genova Marco Doria, l’adesione alla Carta di Partenariato ‘Pelagos’ fra Italia, Francia e Principato di Monaco, che impegna le amministrazioni comunali a garantire nella loro area di competenza le particolari misure di protezione dei mammiferi marini (cetacei, balene, delfini) sancite dalla Carta nel cosiddetto Santuario dei mammiferi marini, area di 87.500 chilometri quadrati del Tirreno settentrionale fra Costa Azzurra, Liguria, Toscana, Corsica e Sardegna.
Alla cerimonia della firma oltre ai 16 comuni della Città Metropolitana di Genova hanno partecipato anche 6 comuni costieri liguri e toscani che hanno deciso di aderire alla Carta, Albenga e Varazze (Sv), Ameglia e Riomaggiore (Sp), Vecchiano (Pi) e Capalbio (Gr) presente con il Sindaco Luigi Bellumori: anche a loro, è stata consegnata da Aurelio Calagiore, comandante del Reparto ambientale delle Capitanerie di Porto, in rappresentanza del Ministero dell’Ambiente, la bandiera del Santuario Pelagos, simbolo dell’impegno preso con la firma della Carta.
La giornata è stata aperta dalla relazione di Claudia Gili che, quale direttore scientifico e dei Servizi veterinari di Costa Edutainment, ha sottolineato l’impegno dell’Acquario di Genova e della Fondazione Acquario di Genova nella tutela di questi animali in ambiente naturale. A seguire l’intervento di Stefano Lenzi, responsabile dell’Ufficio relazioni istituzionali del WWF, il quale ha ricordato come per il rilancio del Santuario Pelagos sia indispensabile una governance estesa, che coinvolga in primis i Comuni e le Aree protette marine, e di un nuovo piano di gestione con obiettivi operativi stringenti per un’efficace conservazione dei cetacei (portando l’area del Mediterraneo sotto tutela al 7% (rispetto all’attuale 3%). Con la firma della carta di partenariato sono 3 I comuni maremmani ad aver aderito: dopo Grosseto e Castiglione della Pescaia anche Capalbio alla cui foce del fiume Chiarone corrisponde il limite piu’ a sud nel Tirreno dell’area marina protetta.