GROSSETO – «C’è una lavagna nell’ufficio del sindaco. E’ quella su cui il 22 marzo 1944 i fratelli Corrado ed Emanuele Matteini, due degli undici “martiri d’Istia”, scrissero l’ultimo saluto alla loro mamma prima di essere fucilati nella scuola di Maiano Lavacchio dai fascisti della RSI. C’è una lavagna nell’ufficio del Sindaco. E’ quella che ci ricorda le aberrazioni di cui il regime fascista si rese responsabile anche nella nostra terra. C’è una lavagna nell’ufficio del sindaco. Ed è quella che – lo speriamo tutti – gli darà la forza ed il coraggio di prendere finalmente le distanze da chi, nella sua maggioranza, inneggia apertamente al fascismo». Il capogruppo di opposizione Lorenzo Mascagni interroga il sindaco di Grosseto, Antonfrancesco Vivarelli Colonna, in merito alle dichiarazione del consigliere di maggioranza Gino Tornusciolo.
«Questo individuo, eletto, per carità, che non si vergogna a definirsi fascista e a tenere alti i “valori di quel periodo” – gli fa eco il consigliere regionale Leonardo Marras – non merita di sedere in un’aula delle istituzioni democratiche di questo Paese come è anche il consiglio comunale di Grosseto. Caro Antonfrancesco Vivarelli Colonna, nessuno nega il diritto di governare alla tua maggioranza. Con questo, non si possono accettare affermazioni del genere. So che la tua sensibilità democratica non ti farà difetto nemmeno stavolta. Spero di leggere un tuo commento in merito».
«Una città che fa ancora fatica ad uscire dalla crisi economica più grave e più lunga che ci ha colpito dal dopo guerra ad oggi, che ha un disperato bisogno di unità d’intenti in un momento generalizzato di sfiducia nei confronti delle istituzioni, si interroga in questi giorni sulla portata delle quotidiane esternazioni di uno dei più visibili esponenti della nuova maggioranza di centro-destra (ma forse, a questo punto, dovremmo dire di destra) – prosegue il capogruppo Pd Mascagni -: il consigliere comunale di Casa Pound Tornusciolo».
«In campagna elettorale il sindaco Vivarelli Colonna negò che Casa Pound fosse una componente della sua maggioranza. Ora però la realtà si sta mostrando in tutta la sua evidenza – ribadisce il consigliere comunale -. Lo scorso mese di agosto il consigliere Tornusciolo si distinse nel bacchettare il sindaco per il bel gesto da lui compiuto in occasione del drammatico rogo al vivaio di Principina ed immortalato da una foto di gruppo con i migranti accorsi in quell’occasione in aiuto».
«Nei giorni scorsi il medesimo consigliere ha voluto connotarsi ulteriormente con una serie post su facebook alcuni inneggianti al fascismo, altri contenenti espressioni offensive ed irrispettose della dignità delle persone (“frogetti kekka”), altri ancora irridenti e vagamente minatori nei confronti dei giovani democratici, qualificati come “scolaresca” ed invitati a “tenersi pronti” (a che cosa?!?) – chiede Mascagni -. Non è qui in questione la libertà di esprimere il proprio pensiero politico; qui è in gioco la dignità e la credibilità delle istituzioni che, è bene ricordarlo, sono di tutti ed impongono a chi ne fa parte, al di là delle proprie appartenenze politiche, di non travalicare certi limiti».
«L’inquietudine che assale molti discende però anche da un altro fatto: che di fronte a tali scorribande, non si è ancora sentita una parola da parte del Sindaco, nella cui stanza è conservata la lavagna in cui è impresso l’ultimo saluto alla loro mamma di due degli undici martiri d’Istia, vittime dell’eccidio fascista consumatosi a Maiano Lavacchio. E non si comprende più, a questo punto, se il silenzio suo e della maggioranza che lo sostiene sia dovuto ad imbarazzo od a tacito consenso. Per tali ragioni, alcune domande diventano ineludibili: che cosa ne pensa il Sindaco di tali esternazioni? Il pensiero politico ivi compendiato è parte dell’attuale maggioranza che governa il Comune? La nostra città – conclude Mascagni – ha diritto ad una risposta».