CAPALBIO – «Abbiamo letto con grande interesse le dichiarazioni che l’assessore regionale per l’immigrazione della Toscana, Vittorio Bugli, ha rilasciato alle agenzie di stampa in merito alla questione dell’accoglienza a Capalbio di 50 migranti. A noi sembra che esse vadano nel senso indicato dalle molte dichiarazioni pubbliche che abbiamo rilasciato in questi giorni ai media. E ci sembra che esse rappresentino un buon punto di partenza per una discussione franca e fruttuosa tra Comune e le altre istituzioni interessate alla questione». Sono di distensione le parole del sindaco di Capalbio Luigi Bellumori dopo le dichiarazioni dell’assessore regionale Bugli che parlava dell’opportunità di “trovare soluzioni alternative se quella prospettata dalla prefettura, che peraltro non mi pare sia ancora definitiva, non trova gradimento”.
«Avevamo sempre sottolineato come la decisione presa dalla Prefettura si presentasse come una imposizione dall’alto che escludesse il Comune direttamente interessato, che tuttavia avrebbe poi dovuto gestire i riflessi e le conseguenze civili e sociali dell’insediamento “concentrato” dei 50 profughi – prosegue Bellumori -. L’assessore ora presenta una modalità diversa rispetto a quella seguita dalla Prefettura. E cioè che sia il Comune a prendere l’iniziativa di trovare una soluzione alla questione e solo nel caso che questa iniziativa “dal basso” non riuscisse si dovrebbe fare ricorso allo strumento del bando».
«Ma vogliamo ribadire, a scanso di equivoci, e anche per rispondere ad alcuni articoli di giornali che molto strumentalmente hanno voluto presentare la posizione del sindaco e del Comune di chiusura all’arrivo dei migranti, che Capalbio è un comune che non si è mai mostrato insensibile all’accoglienza – continua il sindaco -. Risiede, ad esempio, da tempo nel suo territorio una comunità di genti dell’est europeo perfettamente integrata nel tessuto sociale del comune. Anche in questo caso siamo quindi disposti – come sempre, e con l’alto senso di civismo che la popolazione capalbiese ha sempre mostrato – all’accoglienza e alla solidarietà, e che le nostre perplessità sono tutte sulle modalità che hanno accompagnato l’operazione. A partire dalla assoluta e incomprensibile riservatezza delle sue fasi preliminari, per terminare con il divieto al sindaco di accedere agli atti che hanno concluso l’iter, ed in tal senso si è in attesa di ricevere i dovuti riscontri dal Ministero degli Interni. Per questo abbiamo sempre sostenuto il criterio di una maggiore trasparenza dell’operazione e una maggiore partecipazione dei comuni alle decisioni».
«Noi abbiamo espresso il nostro dissenso su alcune questioni che riteniamo rilevanti, a partire dal numero di migranti assegnato a Capalbio, poiché pensiamo che sia giusto che ci sia una distribuzione razionale e sostenibile dei migranti in tutti i comuni senza alcuna distinzione, e che l’eccessivo e, per noi, ingovernabile numero attribuito a Capalbio sia il risultato della non partecipazione di molti comuni alla accoglienza. Riteniamo con ferma determinazione che la politica in questi casi deve avere un ruolo di mediazione ad ogni livello. La politica non può abdicare sempre ad un interesse maggiore. Il sindaco giura sulla Costituzione ma risponde ai propri cittadini sempre e comunque e nel loro interesse deve valutare e mediare con ogni mezzo le soluzioni più consone per il proprio territorio e la propria Comunità. La dichiarazione dell’assessore regionale Bugli ci trova quindi perfettamente d’accordo, la questione va affrontata con la partecipazione attiva e diretta del comune, che intende a questo punto richiedere l’apertura in Prefettura di un tavolo di discussione a tre, di cui faccia parte il Prefetto, la Regione nella persona dell’assessore Bugli e il Sindaco per giungere a una soluzione che sia condivisa. E tutto ciò, come sottolinea lo stesso assessore nella sua dichiarazione – conclude -, come premessa a qualsiasi decisione al riguardo».