GROSSETO – Il solenne pontificale in Cattedrale, presieduto dall’arcivescovo emerito Giuseppe Mani, ha concluso le celebrazioni di fede per san Lorenzo, patrono della città e della diocesi di Grosseto.
Dopo la fiumana di persone che martedì sera si è riversata su Grosseto per prendere parte alla grande processione di san Lorenzo, anche questa mattina la festa del patrono è stata particolarmente solennizzata.
Sul sagrato della Cattedrale, il vescovo Rodolfo, assieme al proposto del Capitolo don Franco Cencioni, ai canonici del Capitolo, al sindaco di Grosseto, al prefetto, ai rappresentanti di alcuni Comuni, alle autorità militari ha accolto l’arcivescovo Mani, che ha baciato il Crocifisso. All’illustre ospite il sindaco Vivarelli Colonna ha rivolto il suo indirizzo di saluto a nome di tutta la città.
Poi la Messa solenne, concelebrata da numerosi sacerdoti e a cui hanno preso parte le autorità e tanti fedeli.
Nella sua omelia, l’arcivescovo Mani si è soffermato particolarmente sul senso del martirio, ricordando che solo nel 2015 sono stati oltre 5mila i cristiani uccisi in odio alla fede. Di Lorenzo, il presule ha ricordato che fu un “martire giovane”: “Per esser martiri bisogna essere giovani, un po’ folli e lui lo era. Un martire pieno di humor, un martire vivace”. Per questo mons. Mani ha voluto che la Messa avesse al centro la preghiera per i giovani “perché anche loro siano tutti un po’ ‘matti’ della follia di Lorenzo: pazzi per Cristo”.
Assieme al patrono di Grosseto, mons. Mani ha citato altri grandi martiri della fede: p. Massimiliano Kolbe, morto in campo di concentramento, il vescovo Oscar Romero, Pavel Florenskij, il grande matematico e filosofo ucciso in un gulag delle isole Solovski, don Pino Puglisi, ucciso dalla mafia. “Sono i caduti di una guerra che stiamo perdendo? – si è chiesto – No, sono la gloria della Chiesa, perché il cristianesimo si annuncia con la vita”.
E se a noi non è chiesto di testimoniare fino al sangue la fede in Cristo, l’arcivescovo emerito ha raccomandato di “investire la vita nell’amore” e ha pregato affinchè, per intercessione di san Lorenzo, il diacono dei poveri, di quelli che oggi papa Francesco indica come “gli scarti della società”, “tutti i grossetani raggiungano un cuore misericordioso, perché solo chi dona la vita la trova. L’uomo vale quanto ama”.
Il sindaco di Grosseto, a nome della città, ha infine acceso il cero votivo che per tutto l’anno arderà dinanzi al simulacro di san Lorenzo, in Cattedrale.
Anche nel giorno del patrono la mensa Caritas è rimasta aperta accogliendo 53 ospiti.
Ecco il discorso del sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna:
Cari concittadini, eccellenza Mani, eccellenza Cetoloni.
Sono onorato di essere qui, in questo luogo sacro, a rappresentare una comunità.
Una comunità che si raccoglie attorno al proprio santo patrono con enorme entusiasmo e partecipazione. Confesso di provare emozione: voi tutti trasmettete gioia, trasmettete il desiderio di essere l’uno accanto all’altro. La volontà di andare avanti compatti, vicini, convinti che ogni momento, anche quello più difficile, possa essere superato.
San Lorenzo arriva in un periodo dell’anno festoso, quello dell’estate.
Ma è anche e soprattutto nei momenti di gioia e di festa che è doveroso pensare a chi soffre, a chi sta male, a chi ha bisogno.
Vorrei, in questo san Lorenzo, mandare un affettuoso abbraccio a chi vive in solitudine e troppo spesso è ignorato.
Vorrei anche stringere in un abbraccio chi è costretto, per problemi di salute, ad affrontare una degenza ospedaliera.
Sì, perché la comunità è tale se ognuno pensa all’altro, al prossimo. Se ognuno condivide un pezzetto di vita con il proprio vicino e ne esce arricchito nell’anima.
Mi fermo qui, convinto, come sempre, che più delle parole debbano essere i fatti a parlare. Quei fatti che ogni giorno ognuno di noi deve impegnarsi a compiere nel rispetto di principi di fratellanza e onestà.
Come sindaco sento di avere una missione: quella di dare il buon esempio. Lo farò, con entusiasmo. Con il vostro entusiasmo assieme al mio. Perché siamo una comunità, una squadra, un cuore che batte all’unisono.
Grazie a tutti. Buon san Lorenzo!