GROSSETO – Rifiuti e costi per le imprese. Confindustria Toscana Sud presenta una ricerca realizzata nelle province di Grosseto, Siena e Arezzo e lancia l’allarme sull’applicazione della Tari.
A presentare lo studio, curato da Mario Bartalini, il presidente Andrea Fabianelli: l’approfondimento mira ad evitare che le imprese siano sottoposte ad un duplice onere derivante dall’assoggettamento delle superfici aziendali e dal costo dello smaltimento dei rifiuti che si formano su dette aree.
Dalla ricerca emerge che dei 101 comuni analizzati soltanto il 28% avrebbe regolamenti conformi alla legge e delle tre province, quella di Grosseto è quella messa meglio visto che in Maremma i comuni ad essere “in regola” sono il 52%.
La situazione normativa – Già il D.lgs. n. 507 del 1993 stabiliva l’intassabilità delle aree produttive dove di regola si formano rifiuti speciali, tossici, o nocivi al cui smaltimento provvedono a proprie spese i produttori stessi.
Recentemente la legge 27/12/2013 n. 147 (legge di stabilità 2014) ha riconfermato questo principio, ribadito successivamente anche in una risoluzione del Ministero dell’Economia e delle Finanze del 9/12/2014 e avvalorato nel corso degli anni da un consolidato orientamento della Magistratura.
Confindustria Toscana Sud ha posto al centro della questione la disciplina dei Regolamenti comunali e la loro conformità alle norme nazionali vigenti soprattutto nella parte in cui definiscono la materia dell’assimilazione dei rifiuti speciali agli urbani.
A questo proposito ha inoltre sollecitato, più di un anno fa, i Comuni dell’ATO Toscana Sud a verificare l’adeguatezza dei loro Regolamenti e la loro conformità alle norme nazionali, sul presupposto che tale aspetto influenza l’applicazione della tassa, producendo in molti casi effetti distorsivi nelle condizioni di tassabilità delle superfici aziendali.
Il quadro che è risultato in esito alla ricerca è caratterizzato da una forte diversificazione di situazioni sulla quale incide evidentemente la perdurante assenza a livello nazionale di linee guida sui criteri di assimilabilità chiari e definiti.
La situazione nei Comuni – Soltanto un terzo dei Comuni che fanno parte di ATO Toscana Sud (Arezzo, Grosseto, Siena) risulta aver assimilato correttamente i rifiuti speciali non pericolosi agli urbani, in conformità alle disposizioni nazionali: solo il 28% risulta conforme, il 72% non conforme.
Conseguenza delle difformità dei Regolamenti è un contesto di disparità di trattamento con effetti distorsivi sul mercato e sulla concorrenza per condizioni di tassabilità diverse, a parità di situazioni aziendali.
Contribuisce a rendere ulteriormente disomogenea l’applicazione, l’adozione delle riduzioni forfettarie delle superfici tassabili adottate autonomamente dai singoli Comuni, piuttosto che la loro integrale esclusione dalla tassazione.
Altri dati della ricerca – Oggetto della ricerca è stato altresì il confronto sulla variazione tariffaria per le utenze non domestiche dal 2013 al 2016. L’esito rilevato è un incremento sensibilmente elevato; per tutte e tre le province si è verificato, nel periodo, un aumento medio, seppure diversificato, di +15%. Il confronto mette in evidenza il risultato non certo incoraggiante ottenuto dopo il passaggio al Gestore Unico.
Per quanto riguarda i capoluoghi di Provincia, confrontando le tariffe in valore assoluto, Arezzo risulta avere le tariffe più basse per tutte e 30 le categorie di utenze non domestiche; Siena le più elevate per quasi tutte le categorie di utenze non domestiche; Grosseto si colloca in una posizione intermedia. Al contrario risultano conformi i Regolamenti Tari di Siena e Grosseto, non conforme Arezzo.
A confermare l’incessante aumento dei costi per la gestione dei rifiuti è anche il confronto tra la relazione annuale di ATO Toscana Sud relativa al 2013 con quella del 2014: sia i costi del servizio per abitante [€/ab] che i costi del servizio per tonnellata [€/ton] sono cresciuti in media di +13% dal 2013 al 2014 e si collocano in un contesto, come quello toscano, che già risulta uno dei più elevati d’Italia.
Le iniziative di Confindustria – Confindustria Toscana Sud ha da tempo avviato una serie di iniziative a livello istituzionale, compreso l’Assessorato competente della Regione Toscana, per disporre di regolamenti che disciplinano la materia conformi ed omogenei e rendere uniforme ed equa sul territorio regionale l’applicazione della tassa.