GROSSETO – «La multa emessa questi giorni a Torino, relativa alla vicenda del falso olio extravergine di oliva venduto nei supermercati da un numero di case produttrici accusate dall’Antitrust per pratica commerciale scorretta, segna il primo importante traguardo ottenuto dal decreto sanzioni olio. Ora chiediamo flessibilità per i registri». Sono le parole del vicepresidente toscano e presidente grossetano Cia Enrico Rabazzi che commenta con soddisfazione il suddetto decreto, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 23 maggio 2016.
«Come Cia non possiamo che fare un plauso a tutte le iniziative che mirano alla difesa di uno dei nostro più importanti prodotti del Made in Italy, l’olio extravergine di oliva appunto, ma più in generale a qualsiasi passo in avanti si faccia per tutelare l’agroalimentare italiano e di rifesso il mondo agricolo e, non meno importante, la salute dei consumatori. Grazie al lavoro sinergico di Agrinsieme che ha portato a termine un lavoro di squadra teso a tutelare il settore primario, chi ci lavora e le sue produzioni – spiega Rabazzi – abbiamo apportato emendamenti migliorativi nella discussione in Parlamento che hanno permesso l’introduzione di importanti modifiche e novità rispetto al testo originario. Il provvedimento raccoglie norme che vanno dalla lotta all’italian sounding alla differenziazione delle sanzioni tra i soggetti coinvolti negli adempimenti obbligatori; dall’aumento del limite per i piccoli produttori (da 200 a 700 kg/litri di olio su nostra proposta) necessario per il dimezzamento delle sanzioni all’applicazione della diffida per tutte le inadempienze sanabili prevista nella circolare applicativa del Ministero».
«Una previsione – ha aggiunto il presidente – che come cita il comunicato emesso da Agrinsieme introduce un istituto che rappresenta un passo avanti verso un approccio più comprensivo delle Istituzioni rispetto agli adempimenti burocratici particolarmente esposti all’errore come, ad esempio, nel caso delle annotazioni sui registri telematici. A tale proposito siamo a chiedere agli organi competenti addetti al controllo flessibilità, una maggiore semplificazione nella gestione della tempistica che sia più adeguata e commisurata alla realtà produttiva nazionale».