ORBETELLO – Il Comune di Orbetello è tra i firmatari della lettera congiunta, inviata dai Comuni della zona sud al presidente della Regione Toscana Enrico Rossi e all’assessore regionale Remaschi, per rappresentare le perplessità sollevate dai cacciatori del territorio rispetto alla nuova Legge sugli ungulati. I Comuni firmatari chiedono alla Regione che gli aspetti sollevati dai cacciatori locali siano oggetto di più approfondite valutazioni.
“La caccia al cinghiale in battuta fa parte del bagaglio culturale locale – si legge nella lettera inviata alla Regione – Nella maggior parte dei casi tra cacciatori locali e agricoltori si è creato un equilibrio di convivenza e di collaborazione nel rispetto gli uni degli altri, delle aziende agricole e di chi le conduce. Il rischio è di mettere in discussione tutto questo in quanto la nuova legge non tiene conto delle diversità che ci sono tra le varie province. Tutti i territori non sono uguali e in tutti la problematica dei danni causati dalla fauna selvatica assume dimensioni variabili in relazione ai territori e all’agricoltura praticata. Pur comprendendo che la legge è regionale, secondo i firmatari andrebbe prevista la possibilità di derogare a seconda delle esigenze delle varie realtà. Nella nostra provincia con le cacciate in battuta vengono uccisi circa 24mila cinghiali all’anno e circa 800 capi sono uccisi con i contenimenti . Numeri sicuramente diversi rispetto ad altri territori nei quali la tradizione della braccata non è così forte come in Maremma e dove i risultati sono completamente diversi. Crediamo, quindi, che sarebbe bene coinvolgere più possibile i cacciatori locali e le squadre del territorio redendole responsabili delle aree vocate e non vocate, e adoperandole in attività di prevenzione e in tutti gli altri interventi di gestione e controllo che l’ATC richiederà. E qualora i risultati no fossero in linea con i piani di gestione attuare interventi diversi.
Anche la predisposizione di zone cuscinetto fra zone vocate e non, potrebbe essere un modo per coinvolgere le squadre del territorio, certo è che queste fasce di rispetto dovrebbero avere dimensioni tali da permettere ai cacciatori di gestire il territorio di caccia durante tutto l’anno e non solo nella stagione venatoria. Solo con il coinvolgimento dei cacciatori locali che hanno conoscenza del territorio sarà possibile mettere in atto un piano di gestione degli ungulati che dia risposte concrete e risultati tangibili per la nostra agricoltura”.