GROSSETO – Il Comune di Grosseto si costituirà parte civile nel procedimento giudiziario contro le maestre dell’asilo nido Albero Azzurro. Lo afferma il sindaco, Emilio Bonifazi, in una lettera in cui chiede anche alla regione Toscana di «rivedere i criteri di accreditamento e rafforzare i parametri di controllo» sugli asili privati. Bonifazi vuole anche «avviare una riflessione sul ruolo dei servizi per l’infanzia, sulla professionalità che un educatore deve esprimere a partire dal confronto alla presenza della dottoressa Maria Rita Parsi e di altri psicologi».
«Dopo numerosi incontri avuti tra l’amministrazione comunale, l’assessore Giovanna Stellini, il dirigente Giulio Balocchi, la dottoressa Barbara Biagioni di Iside ed esperti educatori e psicologi insieme ai genitori del nido e scuola dell’infanzia Albero Azzurro desidero fare alcune considerazioni – continua Bonifazi -. La famiglia è l’ unità fondamentale della nostra società e ad essa si affiancano altri sistemi sociali al fine di garantire la cura e il benessere di bambini e bambine».
«L’Italia ha confermato il proprio impegno nel creare le condizioni per uno sviluppo armonioso e completo della personalità di ogni bambino e bambina cui deve essere garantito di crescere in un ambiente familiare e in un clima sereno – precisa Bonifazi -, accompagnandolo nel suo percorso di crescita nello spirito degli ideali proclamati nella Carta delle Nazioni Unite, in particolare in uno spirito di pace, di dignità, di tolleranza, di libertà, di uguaglianza e di solidarietà. Prendendo spunto dall’articolo 37 della Carta dei diritti del fanciullo voglio ribadire il nostro impegno perché nessun fanciullo sia sottoposto a trattamenti crudeli o degradanti; nessun fanciullo sia privato di libertà in arbitraria. Eventi come quelli che hanno visto coinvolto un nido d’infanzia grossetano, ci lasciano perciò ammutoliti, attoniti, costernati e a tali accadimenti va il nostra profondo biasimo».
«Il nido d’infanzia e la scuola dell’infanzia sono da considerarsi luoghi di incontro privilegiato in cui convergono esigenze ed istanze diversificate, quelle dei bambini, quelle delle famiglie, quelle proprie di una comunità in cui l’educatore, in prima persona – conclude il sindaco -, deve essere messo in grado di cogliere ed accogliere quelle delle altri adulti e quelle dei bambini».