GROSSETO – «Chi ci sta bene e chi non ci sta può andare da un’altra parte». Non lasciano spazio ad interpretazioni le parole che Lorenzo Mascagni, a pochi giorni dalla conferenza stampa che ha segnato un confine nella sua campagna elettorale, ribadisce oggi.
La scorsa settimana aveva replicato con fermezza alla presa di posizione dell’Udc che aveva lasciato la coalizione di centrosinistra, oggi lo fa invece rispondendo all’ultimatum presentato da Fare Grosseto.
Un conto “troppo salato” per Mascagni, quello presentato dalla civica di Amedeo Gabbrielli, ma soprattutto un modo di fare, quello degli “accordicchi” e degli “aut aut” che il candidato sindaco del centrosinistra vuole combattere. Per Mascagni insomma nessuno degli alleati può permettersi di dettare le condizioni.
«Lo ripeto – scrive Mascagni in una nota – la ricreazione è finita. Per tutti. Via le merendine, è tempo di sgobbare solo e soltanto per Grosseto. Non m’impressiona chi prova ad alzare i toni o la voce attraverso comunicati che suonano tanto come ultimatum che non ho intenzione di ricevere. Le buone ragioni non hanno bisogno d’impunture, toni sopra le righe, avvertimenti di sorta».
«C’è un metodo che ho indicato con puntualità, c’è uno stile con cui si sta insieme, in coalizione appunto, che richiede sobrietà e la consapevolezza che siamo chiamati tutti a remare nella stessa direzione al ritmo del timoniere che è il candidato sindaco scelto democraticamente da una larga base di cittadini attraverso le primarie».
«Le linee programmatiche sono già state tracciate anche attraverso il lavoro importante del tavolo della coalizione: è quella la sede nella quale lavorare insieme per costruire un programma di governo credibile, che aggredisca i problemi e indichi la rotta. Altre strade non esistono. Men che meno le liste di cose che il candidato sindaco dovrebbe sottoscrivere avanzate attraverso comunicati stampa e non con un diretto contatto come si fa tra persone che vogliono fare un bel pezzo di strada insieme. Il tempo dei tatticismi è finito».
«Non lo dico io, ce lo impongono la serietà della politica e le aspettative di cambiamento da parte dei cittadini. Chi ritiene di condividere questo stile, che rappresenta l’unico vero e percorribile cambiamento, è il benvenuto. Chi ci sta bene e chi non ci sta può andare da un’altra parte. Per me prima viene il bene della città, poi un sistema di valori che tenga insieme la nostra comunità e solo dopo le ambizioni personali. Quindi se questa impostazione vale per me deve valere per tutti».