FOLLONICA – La Libera Orchestra, creata e guidata da Stefano Scalzi, nei giovedì che ha suonato a Casa Azul ha coinvolto tutti, anche coloro che meno conoscono la musica; la tecnica ineccepibile dei musicisti professionisti si è fusa con un coinvolgimento emotivo di forte intensità da parte del pubblico.
Questa band ha la capacità di realizzare una musica, che abbatte le barriere tra chi suona uno strumento e chi lo ascolta. La musica sembra crearsi dall’una e dall’altra parte; un’energia che si dà e che viene restituita con l’emozione di chi l’ha accolta.
E’ interessante domandarsi qual è la condizione che determina questa circolarità. In senso astratto si possono individuare delle peculiarità, oltre la professionalità tecnica, precise per tutte le band che hanno successo, quali la capacità di ascolto, l’empatia e la generosità di darsi. Nello specifico la Libera Orchestra, oltre a riflettere queste caratteristiche, esprime anche un’altra magia: quella di tenere all’interno del proprio stesso organico persone diverse con percorsi professionali differenti che sembrano godere e divertirsi a scoprire la propria musica da questa stessa eterogeneità. La differenza quando diviene un anello di congiunzione e addirittura d’ispirazione creativa, non può che determinare un’attrazione singolare e irrefrenabile.
Il suono, senza amplificazione, della Libera Orchestra facilita la percezione delle dinamiche, dal pianissimo al fortissimo, delle varie sezioni di strumenti; una finezza di godibilità della musica inusuale in un’epoca in cui non si creano più orchestre, ma si è abituati a suonare, per ragioni di convenienza, in piccoli gruppi.
La Libera Orchestra sfida la razionalità dell’utilitarismo per aprirsi al desiderio di fare musica con il piacere di esagerare, offrirsi e ricevere. Una generosità che trasforma la bravura in arte e bellezza.