GROSSETO – L’indirizzo PEC, la Posta Elettronica Certificata, è il punto di contatto ufficiale tra imprese e PA. La Pubblica Amministrazione ha infatti cambiato il modo di interagire con le imprese adottando in modo sistematico gli strumenti informatici: attraverso la PEC (Posta Elettronica Certificata) sono ormai veicolate obbligatoriamente le notifiche legate ai processi civili, le sanzioni, ma anche le autorizzazioni, i permessi, la concessione di contributi. Qualsiasi comunicazione, istanza, richiesta di contributo che un’impresa voglia rivolgere ad una PA deve essere trasmessa per PEC.
Questo mezzo consente comunicazioni tempestive, direttamente alla sede dell’impresa, economiche, tracciate. Può essere utilizzata, e lo è sempre più spesso, come strumento rapido e sicuro di comunicazione tra imprese.
Tuttavia c’è ancora molto da fare per la sua corretta diffusione. I dati forniti da Infocamere, il “braccio” tecnologico delle Camere di commercio italiane, che gestisce il patrimonio informativo e i servizi del sistema camerale, disegnano un quadro piuttosto disomogeneo nella diffusione e nel corretto uso della PEC. I dati che relativi al nostro territorio per quello che concerne la diffusione dello strumento sono buoni: il 75,16% delle imprese individuali maremmane e l’87,6% delle società hanno infatti comunicato il proprio indirizzo di PEC al Registro imprese, numeri superiori di qualche punto alla media nazionale.
Se sono confortanti i dati sulla diffusione della PEC, a Grosseto come nel resto d’Italia rimangono ancora molti problemi per il suo corretto utilizzo. Un tema di grande attualità perché con le recenti novità normative avere un indirizzo PEC ma non valido e funzionante si trasforma in un concreto problema per le imprese, che possono incorrere in sanzioni e difficoltà operative sempre più frequenti.
“Si tratta di un tema di grande urgenza e delicatezza – segnala il presidente Riccardo Breda – perciò la Camera di commercio, nello spirito che le è proprio di affiancare al meglio le imprese, ha avviato una importante azione di sensibilizzazione su questo argomento. E’ necessario raggiungere chi ancora non risulta in possesso di un indirizzo di posta elettronica certificata, ma soprattutto chi, pur possedendolo, non è comunque in regola: molto spesso le imprese hanno attivato un indirizzo Pec ma non lo tengono aggiornato o non lo rinnovano, con conseguenze che, stiamo scoprendo, possono essere molto negative”.
Per questi motivi la Camera di commercio invita le imprese a verificare il corretto funzionamento della propria PEC, anche consultando le indicazioni operative all’interno della breve guida predisposta dalla Camera di commercio, disponibile sul sito www.gr.camcom.it.
Ma riassumiamo quali sono i requisiti per essere in regola. Per rendere efficace questa modalità di comunicazione la casella PEC per prima cosa deve essere attiva e univoca, cioè riferita ad una sola impresa, ed a nessun’altra.
La mancata iscrizione nel Registro delle Imprese di un indirizzo PEC con queste caratteristiche è sanzionata in occasione della presentazione di qualsiasi istanza al Registro Imprese o a seguito di controlli periodici d’ufficio.
La Camera di commercio ha, come da indicazioni del Ministero dello Sviluppo Economico, un compito centrale nell’applicazione e nella gestione del sistema PEC. A partire da quest’anno, infatti, in seguito alla Direttiva MISE, che tra le altre cose ha definitivamente sancito il requisito della univocità della PEC, il Registro Imprese è incaricato, in caso di ricezione pratica senza PEC, di applicare le sanzioni precedentemente previste come la sospensione della pratica; qualora poi nei termini previsti non venga comunicata la PEC, l’ufficio è tenuto a rifiutare la pratica aprendo il procedimento d’ufficio per l’iscrizione relativo all’istanza considerata come non presentata e conseguentemente applicare le sanzioni pecuniarie. Inoltre il Registro Imprese è tenuto ad effettuare la verifica progressiva bimestrale e dinamica delle PEC attive.