GROSSETO – «Si leggono ripetutamente sui quotidiani dichiarazioni rilasciate dai candidati alla carica di consigliere comunale, appartenenti alla proposta di lista per il MoVimento 5 Stelle che fa capo a Giacomo Gori, come se fossero proprie dello stesso MoVimento 5 Stelle. Trovo pericolosamente fuorviante per i cittadini grossetani leggere sui giornali questa che è semplicemente una associazione di idee». A parlare è Tania Amarugi, attivista del Meetup possibile candidata a sindaco del Movimento 5 Stelle.
«È indubbiamente vero che Giacomo Gori sia il consigliere comunale eletto nelle fila del M5S – prosegue Amarugi -, ma la sua candidatura a sindaco per il 2016 sotto lo stesso simbolo è solo un’ipotesi almeno fino a quando non verrà certificata come tale dallo stesso Grillo oppure, secondo il nuovo Non-Statuto del MoVimento, dall’omonima associazione. Sono passate ormai diverse settimane, se non mesi, da quando gli attivisti che fanno capo al Meetup Amici di Beppe Grillo – Grosseto e al Meetup Coordinamento Amiata e il Futuro a 5 Stelle hanno cercato, in molteplici occasioni, di informare sia gli elettori di Grosseto, sia gli organi di stampa, che i vertici dello stesso MoVimento 5 Stelle, del fatto che si andava “sventolando”, da parte di Giacomo Gori e della sua proposta di lista di candidati, una paventata, ma non ancora certificata, appartenenza al MoVimento 5 Stelle».
«Ad avvalorare ciò vi è la liberatoria all’uso del nome e del marchio “MoVimento 5 Stelle”. Essa infatti veniva espressamente rilasciata da Giuseppe, detto Beppe, Piero Grillo, ai capolista per connotare l’attività politica del gruppo di candidati alle elezioni amministrative per cui la lista partecipava, senza attribuire alcun diritto di esclusiva – prosegue Amarugi -. Tale autorizzazione si intendeva rilasciata solo per la tornata elettorale in essa indicata, escludendo ogni ipotesi di validità implicita futura, anche per finalità analoghe».