GROSSETO – Guide per un giorno. I ragazzi della terza B della scuola media “Giovanni Pascoli”, proseguono il loro percorso nel progetto peer education. L’obiettivo dell’appuntamento in programma il 26 febbraio, a partire dalle 18.30 presso il Cassero senese, è quello di raccontare la natura ad altri studenti, parenti e amici.
Ben 22 i ragazzi impegnati nel progetto sotto la guida dell’insegnante Costanza Ferraris che già da tre anni ha seguito il percorso degli studenti, impegnati come guide in altre occasioni, sia all’acquario di Valpiana, sia al Museo di Storia Naturale.
«Abbiamo notato che il progetto sulla peer education stimola molto i ragazzi. Si sentono responsabilizzati, studiano e si preparano al meglio per fare da guide – spiega Costanza Ferraris -. Ognuno di loro vuole fare bella figura e quindi sono stimolati maggiormente nell’apprendimento e nel raccontare nel modo più appropriato e corretto le nozioni che hanno appreso, sia che si trovino davanti a coetanei o a persone più adulte».
Le 22 guide, quindi, saranno disposte all’interno della mostra “Uomini e elefanti nella Maremma preistorica”, in una iniziativa sostenuta dal Comune di Grosseto e dal Museo di Storia Naturale della Maremma, gestito dalla Fondazione Grosseto Cultura. L’appuntamento del 26 febbraio è incentrato sulle insegnanti e sulle autorità cittadine che avranno intenzione di visitare la mostra.
«Spero che intervengano numerosi – aggiunge l’insegnante -, ma in ogni caso i ragazzi sono preparati e svolgeranno al meglio il loro compito. E’ la terza volta che seguiamo la mostra facendo da guida, perché l’esperimento quest’anno è già stato ripetuto per i ragazzi delle prime classi e per i genitori degli studenti. Una bella esperienza che arriva a conclusione, ma che già stiamo rinnovando, perché il progetto peer education non si fermerà».
Piuttosto, a margine di una mostra che chiuderà i battenti e che verrà smantellata a fine mese, emerge un po’ di preoccupazione. «Non sappiamo ancora che fine farà mostra sugli elefanti preistorici, perché ancora non mi risulta che sia stata trovata una collocazione – conclude Costanza Ferraris -. Questo è un po’ un peccato, perché avere a disposizione esposizioni di questo tipo consente di dare una formazione importante ai ragazzi. Una mostra del genere sempre fruibile sarebbe un bel segnale per la storia, la natura e la cultura del nostro territorio».