GROSSETO – È la Toscana la prima regione italiana a mettere in atto i dettimi della riforma Delrio che ha profondamente cambiato le province e affidato alle regioni nuove competenze e nuove funzioni.
In Maremma da questo gennaio sono 144 (tra questi due dirigenti) i dipendenti che sono stati trasferiti dalla Provincia alla Regione, mentre in tutta la Toscana sono poco più di 1.000 (tra questi 24 dirigenti).
Trasferiti i dipendenti, ma anche le funzioni e i servizi. In pratica adesso sarà la Regione a “fare” la provincia se così si può dire in una serie di ambiti. La nuova Regione si occuperà di ambiente, difesa del suolo, caccia e pesca, energia, istruzione e formazione oltre alla sanità e per un periodo di transitorio di un paio di anni anche in “coabitazione” dei centri per l’impiego.
«Per noi – dice l’assessore regionale Vittorio Bugli – è una sfida importante perché siamo i primi in Italia a mettere in atto la riforma. La Regione cambia e non sarà soltanto più un ente di programmazione e pianificazione, ma si dovrà confrontare sempre di più con i territori su tutta una serie di temi».
E la sfida vera è proprio questa, come mettono in evidenza anche il presidente della provincia di Grosseto Emilio Bonifazi e il capogruppo Pd in regione Leonardo Marras (che insieme a Bugli stamattina hanno incontrato i giornalisti), riuscire ad avere una presenza sul territorio e azzerare le distanze tra “Firenze” e tutte le aree della Toscana.
In questo processo di riforma insieme ai dipendenti e alle funzioni sono passati alla regione anche “pezzi” importanti di patrimonio della provincia. Stiamo parlando degli immobili di via Cavour (dove adesso ha sede l’ufficio Difesa del Suolo Toscana Sud), di via Pietro Micca e di via Trieste, tutti a Grosseto.
Per quanto riguarda invece i dipendenti che sono rimasti in capo alla Provincia sono 240 e si occuperanno per esempio di viabilità (manutenzione delle strade, quelle di competenza sono 1.800 chilometri) e dell’edilizia scolastica.