TALAMONE – Arrivano buone notizie dal centro Tartanet di Talamone dove, una tartaruga trovata in fin di vita la scorsa estate da alcuni diportisti all’isolad’Elba, ha cominciato a marcare dei miglioramenti che fanno ben sperare per una buona convalescenza, che sarà comunque lunga. Amalonda, questo il nome dell’esemplare di Caretta Caretta che si trova nei locali del centro di recupero dell’acquario di Talamone, sotto le cure della veterinaria Chiara Caruso e del suo team composto dagli uomini del Parco Regionale della Maremma, ha ricominciato recentemente a mangiare in maniera spontanea ed a fare le sue apnee regolari: tutto questo nella grande vasca in cui sta lottando per ritornare in forma sufficiente per riguadagnare la libertà in mare.
La sua storia è bella e triste allo stesso tempo, perché lo scorso 14 agosto fu travolta, al largo dell’isola d’Elba , da una grossa imbarcazione che, passandogli sopra, le procurò tre grandi ferite sulla schiena, tre spacchi che hanno richiesto molta cura: «La tartaruga presentava tre ferite da elica sul carapace, di cui due piuttosto scomposte – spiega la veterinaria, Chiara Caruso – una di queste proprio sopra il polmone, lasciandolo scoperto, ed una sulla pinna caudale che le ha causato anche problemi di motilità delle due zampe posteriori, che comunque stanno migliorando lentamente».
«All’inizio abbiamo ridotto le fratture usando delle viti e del filo di kirshner e la abbiamo sottoposta ad una terapia antibiotica per almeno due mesi: in questo periodo la sua alimentazione è avvenuta tramite un sondino che, fortunatamente, siamo riusciti a abbandonare da pochi giorni perché Amalonda ha ricominciato a mangiare da sola. Cerchiamo di variare l’alimentazione, anche se lei è golosa di polpo, che divora prima degli altri cibi che le forniamo. La sua convalescenza non sarà breve, ma gli ultimi eventi ci danno fiducia – conclude la veterinaria dell’acquario del parco – soprattutto alla luce del fatto che le sue condizioni all’arrivo erano veramente molto gravi.»
La tartaruga era stata avvistata dalla barca a vela Amalonda (da cui ha preso il nome) il 14 agosto all’Elba: il suo equipaggio aveva chiamato subito la Capitaneria di Porto che, impegnata in altro intervento, era arrivata dopo 2 ore. Nel frattempo non la avevano mai persa di vista, seguendola in ogni momento. Poi la capitaneria l’ha recuperata e l’ha portata all’acquario dell’Elba di Marciana Marina per passare la prima notte, e da lì è giunta in Maremma.