GROSSETO – Dopo la Porta Santa aperta in San Pietro da Papa Francesco martedì 8 dicembre, solennità dell’Immacolata, che ha dato inizio ufficiale al Giubileo straordinario della Misericordia, anche la Chiesa diocesana di Grosseto si appresta ad aprire la Porta Santa della Misericordia. Un gesto voluto dal Papa affinché in ogni Chiesa locale sia “direttamente coinvolta a vivere questo Anno Santo come momento straordinario di grazia e di rinnovamento spirituale”, è scritto nella Bolla di indizione del Giubileo, che quindi “sarà celebrato a Roma così come nelle Chiese particolari quale segno visibile della comunione di tutta la Chiesa”.
La Porta Santa nella Cattedrale di San Lorenzo – La Porta Santa della misericordia sarà, per l’intero anno giubilare, il portale laterale di destra della Cattedrale, a cui si accede anche attraverso la rampa, così che tutti la possano attraversare senza difficoltà.
Sulla facciata del Duomo gigantografia del “Padre misericordioso” di Rembrandt – Per tutto il Giubileo la Porta Santa sarà sovrastata da una gigantografia che riproduce un particolare del dipinto “Il Padre misericordioso” di Rembrandt, che – richiamandosi alla parabola del figliol prodigo – raffigura l’anziano padre chino sul figlio, dalle vesti lacere, nell’atto di abbracciarlo. La particolarità del dipinto è che il padre è rappresentato con una mano femminile ed una maschile, a significare che Dio è padre e madre insieme.
La Diocesi si prepara da tempo a questo momento di fede così importante, che investe la dimensione spirituale di tutti i credenti, ma anche quella umana e sociale, perché la misericordia impegna ogni cristiano ad essere “misericordioso come il Padre”, così come si legge nel logo dell’Anno Santo.
Il messaggio del Vescovo e un opuscolo in 10mila copie – Il vescovo Rodolfo nel suo messaggio contenuto in un opuscolo di 12 pagine stampato in 10mila copie, in distribuzione nelle parrocchie, invita ognuno a compiere “tre passi nella misericordia, tre gradini per incontrare, guardare, stare con e lasciarsi guardare dal volto della misericordia di Dio: Gesù”.
Il primo passo è l’ascolto meravigliato della “eterna novità” di Dio.
Il secondo passo è il silenzio “per ascoltare davvero la Parola di Dio e le parole dei fatti”. E’ un invito a “darsi e dare tempo”, ad imparare a “staccare” per un po’.
Infine il terzo passo: dare realtà alla misericordia. “C’è, prima di tutto – scrive ancora il vescovo Rodolfo – una parola da rimettere in campo: perdono, perdonare, perdonarsi”.
Nella sua lettera, mons. Cetoloni suggerisce anche qualche contenuto pratico per dare sostanza ai tre passi da lui proposti.
Tra questi gesti concreti c’è sicuramente anche l’apertura della Porta Santa. Non un semplice rito, ma un gesto che impegna ogni persona e tutta la comunità cristiana a riconoscere in Cristo la porta da attraversare, per assumere i suoi stessi sentimenti nei confronti di se stessi, della vita, della realtà quotidiana, delle persone.
La liturgia di apertura della Porta Santa – Il rito di apertura della Porta Santa avrà inizio, domenica 13 dicembre, alle ore 16, dalla chiesa di San Francesco, nel centro storico di Grosseto. Qui si raduneranno clero, autorità e fedeli per un primo momento di preghiera, durante il quale saranno letti un passo del Vangelo di Luca e un estratto della Bolla di indizione del Giubileo della misericordia. Al termine avrà inizio la processione verso la Cattedrale, aperta dalla croce, dall’evangeliario e seguita dal Vescovo, dal clero, dai malati, dalle autorità civili e militari, dai cavalieri e dame dell’Ordine equestre del Santo Sepolcro e da tutto il popolo.
La processione, scandita da canti e salmi, partirà dalla chiesa di San Francesco e attraverserà via Andrea da Grosseto, via Saffi, piazzetta del Monte e corso Carducci, per arrivare in piazza Duomo. Qui sarà eseguito l’Inno del Giubileo “Misericordes sicut Pater”.
Quindi il Vescovo si porterà davanti alla Porta Santa – per l’occasione ornata con piante ed un festone con composizione di frutta e fiori – e la aprirà ufficialmente. Prima di attraversarla, ostenderà il libro dei Vangeli come segno della missione evangelizzatrice della Chiesa. Poi, portando l’evangeliario, entrerà in Cattedrale, seguito dal clero e da tutti i fedeli.
Messa solenne con tre corali – Una volta che tutti avranno attraversato la Porta Santa della Misericordia avrà inizio la Messa solenne, che sarà aperta dal canto d’ingresso “La creazione giubili” nell’adattamento realizzato per l’occasione dal maestro Francesco Iannitti Piromallo. All’inizio della liturgia sarà fatta memoria del battesimo e tutti i presenti saranno aspersi con l’acqua benedetta. Quindi la Messa proseguirà normalmente con le Letture della terza domenica di Avvento, detta “della gioia”.
La liturgia sarà animata da ben tre corali insieme: corale Puccini, coro diocesano Gaudete e coro della Cattedrale, diretti da Luca Bernazzani, responsabile diocesano musica sacra. All’organo il maestro Francesco Iannitti Piromallo. Saranno presenti anche violini e trombe.
Nel pomeriggio di domenica non sarà celebrata alcuna Messa in nessuna delle parrocchie della diocesi: l’unica liturgia sarà quella in Cattedrale.
40 volontari per la celebrazione – L’ordinato svolgimento della processione e dell’ingresso in Cattedrale attraverso la Porta Santa sarà assicurato da 40 volontari messi a disposizione dall’Humanitas di Roselle, dagli scuot dell’Agesci e dagli scout d’Europa, riconoscibili grazie all’opposito badge che indosseranno.
“L’apertura della Porta Santa in Cattedrale è un momento da tutti noi atteso – commenta il vescovo Rodolfo – perché ci apre ad un tempo, quello dell’anno giubilare, in cui fare maggiormente esperienza della misericordia di Dio per diventare noi – come ci suggerisce il Papa – segno efficace dell’agire del Padre. Non sarà un Giubileo di eventi eclatanti, ma uno spazio di contemplazione, personale e comunitaria, di questo amore che ci rigenera e ci ri-crea. Iniziamo, dunque, con fiducia, gioia, gratitudine e desiderio d’impegno questo Giubileo per compiere insieme i tre passi nella misericordia e lasciare che essa cambi ciascuno di noi interiormente, la comunità cristiana e anche il contesto sociale e civile in cui siamo chiamati a vivere con più speranza, con sempre maggiore vigore e con rinnovato amore, perché tutto ciò che sta a cuore a Dio stia sempre più a cuore anche a noi. A partire dagli altri”.