GROSSETO – Il fiume Ombrone rischia di esondare con la prossima piena. A lanciare l’allarme è l’associazione Terramare che dallo scorso 8 novembre sta monitorando un tratto di fiume compreso tra la Steccaia e il Berrettino. In tutto sono 8 chilometri in cui l’associazione, come da protocollo d’intesa con il Comune di Grosseto e la Uisp, continua a monitorare con gommoni e canoe rilevando diverse criticità che rendono l’Ombrone una vera e propria “bomba a orologeria” e che rilanciano il rischio idraulico e quello ambientale.
“La situazione in cui versa oggi il fiume – ha spiegato Maurizio Zaccherotti, presidente Terramare e coordinatore Acquaviva Uisp – può rappresentare un pericolo per le prossime piene. A monte, poco dopo la Steccaia, il letto del fiume è pieno di sabbia e con la prima piena esonderà quasi sicuramente. Nei pressi di Poggio la Mozza fino a San Martino la situazione è aggravata per 4 chilometri dalla costante presenza su entrambe le sponde di manicotti d’irrigazione intrecciati a materiale vegetale, che rappresenta non solo una trappola per gli animali e un danno ambientale incalcolabile ma anche delle vere e proprie dighe che aumentano l’azione erosiva e facilitano l’esondazione. A valle, invece, ci sono evidenti ostacoli naturali che indeboliscono gli argini e rendono maggiore il pericolo”. Lo scorso novembre dopo la segnalazione di Terramare il sindaco Bonifazi allertò immediatamente il Consorzio di bonifica, ma a oggi la situazione del fiume è sempre la stessa dello scorso agosto. “Considerando che prima o poi arriverà un’altra piena – continua Zaccherotti – il rischio idraulico è altissimo e sarebbe opportuno sfruttare l’attuale basso livello dell’acqua per effettuare le operazioni di pulizia e dragaggio invece di continuare a lavorare in emergenza”.
Per far sì che l’allarme non si trasformi ancora una volta in disastro, Terramare ribadisce l’importanza di “accelerare sulla costituzione del contratto di fiume per cominciare a pianificare azioni di messa in sicurezza dell’Ombrone. Il nostro fiume – conclude Zaccherotti – deve tornare a essere meta di frequentazione quotidiana e un luogo da vivere e condividere, sfruttando tutte le sue potenzialità, uscendo definitivamente dalla logica dell’emergenza”.