FIRENZE – Una Regione che cambia pelle – quella con la R maiuscola e intesa come istituzione – ma anche una regione, somma dei vari livelli di governo, più semplice dove le (ex) addizionali provinciali saranno uguali dalla Lunigiana a Grosseto e dal Mugello alla costa e dove anche procedure e prassi saranno le stesse. Senza più troppi rompicapi per aziende e cittadini. Prendiamo il caso dei regolamenti venatori: oltre novanta testi che oggi si accavallavano ed erano diversi da territorio a territorio diventeranno un solo regolamento, dal 1 gennaio.
Col nuovo anno la Regione assorbirà parecchie competenze delle ex Province e l’effetto sarà anche questo. “Sarà una Regione diversa” ripete il presidente della Toscana, Enrico Rossi. Non sarà più solo ente di legislazione e programmazione, ma sempre più ente che gestirà direttamente molte funzioni, dall’agricoltura alla caccia e pesca, dall’ambiente alla difesa del suolo, dalla formazione professionale alla realizzazione e manutenzione della viabilità regionale. “Sarà una Regione presente sui territori – aggiunge Rossi – con un front office e rel azioni dirette con i cittadini. Un fatto importante”.
Intanto nella settimana già alle spalle sono stati approvati gli elenchi del personale che passerà dalle ex Province e dalla città metropolitana fiorentina alla Regione, perché assieme alle funzioni si sposteranno anche i lavoratori. Dipendenti in transito, anche se potrebbero rimanere a lavorare nelle stesse città dove oggi sono impiegati visto che lì la Regione manterrà uffici territoriali. Perché la nuova regione sarà più semplice ma anche vicina ai cittadini. Altri lavoratori passeranno invece alle Province ai Comuni capoluogo e alle Unioni di Comuni.
1014 dipendenti passano alla Regione – Il 27 ottobre il Consiglio regionale ha approvato il primo elenco di dipendenti: 977 lavoratori che da gennaio saranno in carico alla Regione. Venerdì 30 ottobre la giunta ne ha aggiunti altri: 37 dipendenti che arriveranno in Regione, o lavoreranno per la Regione nelle città dove si trovano, occupandosi delle cosiddette funzioni ‘trasversali’, ovvero quelle che intrecciano più competenze. La riformata legge 22, quella che in Toscana riordina le competenze delle vecchie Province, prevedeva al massimo 89 posti e al primo bando, quello concluso venerdì, ne potrebbe così seguire un secondo.
Gli oltre mille dipendenti si aggiungeranno ai circa duemilasettecento in forza adesso alla Regione, assemblea regionale compresa, che tra la fine di quest’anno e il dicembre del 2016 vedrà comunque andare in pensione più di duecentocinquanta lavoratori che non saranno sostituiti.
La Toscana è stata la prima Regione a dotarsi di una legge di riordino per risolvere il nodo del riassorbimento delle funzioni e del personale delle Province. “Siamo stati segnalati anche come modello da imitare” chiosa Rossi.
I lavoratori che passeranno alla Regione sono circa un quarto dei poco meno quattromila dipendenti che contavano le nove province toscane e la città metropolitana fiorentina: sono esclusi quanti andranno in pensione entro il 2016 e che resteranno alle Province fino al pensionamento.
214 dipendenti andranno ai Comuni e alle Unioni di Comuni
C’è poi chi dalle Province passerà in carico ai Comuni capoluogo. Sono 85 e seguiranno il turismo. Altri 129 saranno affidati ad Unioni di Comuni, nove in tutto, una per provincia con l’eccezione di Firenze, e si occuperanno di forestazione. La giunta ha approvato venerdì gli elenchi. In tutto sono 214 lavoratori.
Resta sospesa per qualche altro giorno la partita della polizia provinciale, che conta 170 guardie in tutta la Toscana. Prima di decidere sull’eventuale trasferimento dei dipendenti ai Comuni, in accordo con l’Osservatorio regionale sulla legge Del Rio, la Regione si è presa infatti tempo fino al 20 novembre per capire le esigenze di tutti e trovare scelte condivise. Intanto ha stanziato 500 mila euro per incentivare le funzioni di controllo in capo al momento alla polizia provinciale.