GROSSETO – Due furti. Prima portafogli, telefono e occhiali, poi di nuovo il portafogli. Il tutto durante alcuni ricoveri avvenuti in ospedale per seri problemi di salute. «Ho 30 anni e negli ultimi mesi ho subito diversi interventi chirurgici all’ospedale Misericordia di Grosseto, prima per un melanoma e poi per un tumore al fegato». Racconta una donna grossetana al nostro giornale.
«Sono stata dimessa l’ultima volta soltanto due giorni fa e mi dispiace rilevare che, a fronte della grande professionalità e gentilezza del personale ospedaliero, durante le mie permanenze in ospedale ho purtroppo subito due furti – afferma ancora la giovane donna che chiede di restare anonima -: il primo, a giugno, mentre ero in sala operatoria per la rimozione dei linfonodi a seguito del melanoma, il secondo lo scorso giovedì 22 ottobre, nel giorno delle mie dimissioni dal reparto di chirurgia dopo il complesso intervento al fegato per il tumore lì localizzato».
«Nel primo caso dalla mia stanza sono stati sottratti il cellulare e gli occhiali, nel secondo il portafogli con soldi e tessera Postamat, oltre ai documenti. Il furto del cellulare e degli occhiali mi ha messa in difficoltà e mi ha costretta immediatamente a sostituirli con una spesa non indifferente, ma nel secondo caso la situazione ha visto un elemento che giudico piuttosto sospetto – afferma -. Poco dopo il furto del portafogli e mentre ero ancora in ospedale, infatti, ho ricevuto sul mio numero privato una chiamata di un sedicente carabiniere che mi annunciava di aver fermato un individuo in possesso del portafogli stesso alla stazione di Grosseto e mi chiedeva di dargli il codice per il prelievo della tessera Postamat al fine di una verifica senza la quale non avrebbe potuto convalidare il fermo del ladro».
«Fortunatamente, pur nel mio stato certamente non sereno, ho avuto la capacità di capire che qualcosa non andava e ho chiamato il comando dei Carabinieri dove ho potuto appurare che quella telefonata non era mai partita da loro. Ho dunque segnalato il caso alla caposala e, appena dimessa dall’ospedale, mi sono recata dai carabinieri stessi a sporgere denuncia. E’ evidente che chi mi ha telefonato era lo stesso che mi aveva sottratto il portafogli e che tentava di ottenere il codice per effettuare un prelievo sul mio Postamat. Si tratta di una circostanza quanto mai sospetta, dato che il mio numero di cellulare non era contenuto nel portafogli – sottolinea la donna – e lo avevo comunicato solo al personale ospedaliero per la compilazione della mia cartella. Ho dovuto quindi immediatamente bloccare la carta Postamat». Una telefonata che il ladro potrebbe aver fatto quando era ancora in ospedale.
«Fortunatamente il giorno successivo il portafogli con i documenti, ma senza il denaro e la carta di identità, è stato ritrovato all’interno dell’ospedale. Immagino a questo punto che la mia carta di identità sia in mano a qualcuno che potrà contraffarla per usi illeciti, magari sostituendo semplicemente la foto. Scrivo questa lettera pregandovi di pubblicarla senza il mio nome per motivi di privacy, ma nell’intento di porre l’attenzione su un rischio al quale sono esposte persone in stato di sofferenza e debolezza fisica e psicologica come capita a chi debba ricoverarsi in ospedale. Ritengo veramente indegno che chi già è in difficoltà e in stato di preoccupazione, come me in queste occasioni – conclude -, entri nel mirino di malviventi che approfittano delle sue condizioni per danneggiarlo ancora di più».