GROSSETO – Una semplificazione molto complicata, è questo l’ossimoro che esce fuori dall’analisi di Confindustria in merito alla Conferenza dei servizi. Uno strumento di coordinamento tra le amministrazioni, nato per semplificare, ma che in realtà, secondo quando sostenuto dall’associazione di categoria ha generato molte distorsioni. Veti, blocchi, ritardi che hanno avuto ripercussioni anche sulla libertà d’impresa, sulle decisioni di investimento e sulla crescita dell’economica.
Sul banco degli imputati salgono alla ribalta, tra le maggiori difficoltà, i tempi di conclusione delle Conferenze, le ripetute richieste di integrazioni documentali da parte delle amministrazioni, il mancato coordinamento tra gli uffici e l’assenza di interazione tra l’impresa e la pubblica amministrazione.
Durante una video-conferenza che ha coinvolta l’area vasta di Confindustria con Arezzo, Grosseto e Siena, sono state introdotte le dinamiche dello studio attuato sulla materia. L’indagine ha coinvolto più di duecento amministratori locali e un gruppo di imprenditori che operano a stretto contatto in settori in cui le Conferenze di servizi hanno un ruolo di primo piano. Le informazioni sono state raccolte tramite utilizzo di questionari, interviste e verbali delle Conferenze.
«Il nostro intento è quello di analizzare la situazione in maniera critica, ma anche costruttiva – spiega Giuseppe Bistoni, vicepresidente del comitato P.I di Confindustria Toscana -. Vogliamo essere propositivi per migliorare il processo e renderlo più efficiente, grazie anche ad un monitoraggio continuo, perché c’è forte attenzione su questo tema».
L’indagine ha messo in luce tempi di completamento delle Conferenze troppo lunghi rispetto alla previsione della normativa. Di fatto il tutto si traduce in un eccessivo carico burocratico per le imprese, con conseguente disincentivo agli investimenti. «Suggerimenti in base allo studio effettuato – dice Antonio Matonti, direttore affari legislativi di Confindustria -, possono tradursi nell’indire meno Conferenze di servizi, rafforzare il ruolo dell’amministrazione procedente, usare maggiormente la via telematica. Occorre inoltre che che le Pubbliche amministrazioni arrivino preparate alle Conferenze e soprattutto che vengano rispettati i tempi previsti dalla legge. Dalla nostra indagine, infatti, emerge un fenomeno di “riluttanza”, perché nella nostra costituzione non esiste il diritto di non rispondere. Se c’è un no va motivato, ma non si può non decidere».
La delega per il riordino della disciplina della Conferenza di servizi, per la riforma delle amministrazioni pubbliche, recepisce molti di questi principi introdotti da Confindustria. Ma anche in questo caso, essendo una delega legislativa, saranno decisive celerità e coerenza dei decreti attuativi.