MASSA MARITTIMA – L’Istituto Centrale del Restauro di Roma ha effettuato un sopralluogo all’affresco dell’ “Albero della fecondità” di Massa Marittima, in seguito ad un esposto inviato al Ministero per i Beni e le Attività Culturali dall’architetto massetano Gabriele Galeotti. La direzione generale della soprintendenza per i beni artistici ed antoantropologici delle province di Siena e Grosseto, in seguito alla denuncia inoltrata dall’architetto per il cattivo restauro dell’opera, ha interpellato l’Istituto. In seguito alla visita del 15 febbraio 2012, gli ispettori hanno steso una relazione finale (Foto: www.comune.massamarittima.gr.it).
Preso atto di tale documento il Ministero ha dichiarato che: “le operazioni di restauro eseguite a suo tempo sull’opera dalla ditta incaricata Gavazzi, con la consulenza dell’Opificio delle Pietre Dure e dell’Università di Siena, risultano sostanzialmente corrette e certamente non hanno pregiudicato lo stato dell’affresco, che ad oggi risultano, invece, essere buono”.
“Sulle metodologie ed i materiali impiegati in quest’ultimo necessario intervento di restauro- si legge nella relazione tecnica- cui si riferisce l’esposto presentato dall’arch. Galeotti, non si hanno dunque particolari obiezioni da sollevare”. Dopo la riapertura dell’affresco, il 6 agosto 2011, si susseguirono una serie di polemiche sulla base delle osservazioni di Galeotti e sulle considerazioni diffuse a mezzo stampa e sul proprio sito web, dai rappresentanti della lista civica Massa Comune che parlava di “restauro fortemente compromesso nella sua autenticità” . A detta di Massa Comune e del suo dirigente Gabriele Galeotti, infatti “l’affresco presentava evidenti lacune, tra cui un fallo senza attributi in diversi particolari della parte centrale completamente diversi dall’originale”. “Ciò che più evidenzia l’assurdità di questa vicenda- commenta il Sindaco di Massa Marittima Lidia Bai- è che in un momento come questo in cui scarseggiano le risorse per la tutela dei beni culturali, non si apprezzi il lavoro e l’impegno di chi intende conservarli e rivalorizzarli. Trovo inoltre molto controproducente per la collettività, che professionisti come Galeotti ed esponenti di movimenti politici come Massa Comune, abbiano costretto con incompetenza a far spendere tempo e risorse persino alla soprintendenza, che per fortuna, grazie alla ricchezza del patrimonio storico artistico italiano, ha molto altro da fare.”