GROSSETO – Non sarà una partita come le altre, inutile girarci intorno, perché la sfida alla Viterbese è decisamente sentita e come se non bastasse ci sono di mezzo anche gli interessi di classifica. Pietro Zotti, il fantasista del Grosseto, fissa così il momento: «Una partita dal fascino diverso. Loro sono una squadra organizzata e di spessore. Al tempo stesso è anche quella che per rinforzarsi ha speso di più. Per noi vincere significa mettere un maggiore distacco tra la nostra squadra e l’avversario, questo è primario». Si dibatte anche sul presunto premio a vincere che Camilli avrebbe promesso ai suoi giocatori: «Per noi, invece, vincere significherebbe fare un regalo a tutti, in particolar modo al presidente Pincione», glissa Zotti. A proposito del presidente, sarà in Maremma venerdì, per poi assistere alla gara dello Zecchini.
Intanto però permangono i dubbi sull’utilizzo del miglior realizzatore del Grifone, reduce da una elongazione del quadricipite. «Sono fermo da cinque giorni, sto ancora facendo piscina e domani ho un ecografia di controllo che potrà dire se sarò a disposizione della squadra – spiega il fantasista -. E’ la prima volta che mi faccio male così». In ogni caso la squadra ha dimostrato di non essere Zotti-dipendente: «E’ giusto così, non conta il singolo giocatore, ma la squadra che può aiutarlo a fare tanto – aggiunge il numero dieci del Grifone -, Domenica lo abbiamo dimostrato, siamo tutti titolari e le scelte le fa il mister».
C’è comunque grande attenzione su Zotti, sicuramente l’uomo in più, o quanto più in vista grazie alle sue giocate, in questo avvio di campionato. «I gol li può segnare anche Lanzano – dice scherzando -. Sono stato l’ultimo a firmare per il Grosseto, questo anche grazie a Iapaolo che ha creduto in me. Mi davano per bollito senza sapere che dal punto di vista calcistico, chi è nato al sud ha qualcosa in più nel sangue. Spero di dare ancora molto e aiutare la società a raggiungere l’obiettivo».
Obiettivo che è fissato con un ritorno tra i professionisti, categoria che Zotti ha sempre e solo sfiorato: «Quando mi siedo sul divano e guardo la tv, me lo chiedo anche io. Sul perché nessuno mi ha aiutato a catapultarmi nel mondo dei professioni e in effetti qualcosa mi manca».