GROSSETO – Dopo il passo falso di Rieti, in una piazza dove l’eco del mangia allenatori risuona ancora tra i gradoni dello Zecchini, era prevedibile, che tra le chiacchiere a mezza voce del campino di allenamento, ci scappasse il fantomatico “rischio esonero”. Così i vari protagonisti del Grifone sono scattati in stato d’agitazione: a fine partita i tifosi, con i tre punti ben sicuri in tasca, sono corsi incontro al mister per rinnovargli la loro fiducia e in sala stampa Di Gennaro, che pure nella sua carriera ha avuto un tecnico come Gigi Simoni, ha dichiarato che non ha mai avuto un allenatore come Giacomarro, perché «Il mister il calcio non lo spiega, lo insegna».
Evidentemente lo spogliatoio del Grosseto ormai è un ateneo e non solo perché una cattedra in scienza della balistica dobbiamo darla anche a Zotti, ma perché il trend universitario che sta diffondendosi nella squadra è più che mai giustificato dagli under nella parte delle matricole e dai grandi nei panni dei neo laureandi. Matricole che contro il Cynthia sono state rimandate, difatti come sostiene Giacomarro i giovani non hanno una grande dimestichezza con la porta: «perché nella loro carriera la porta l’hanno vista poco e se poi quando ci sei davanti non ci metti un pizzico d’intelligenza, fare gol diventa un problema». Questa volta è andata bene e visto che il mister si definisce immune agli stati ansiosi, va avanti per la sua strada, dritto fino agli esami di giugno, pronto a giocarsi la promozione.
Intanto i tifosi hanno potuto constatare che dopo la negativa prova di Rieti l’effetto delle “scuse all’americana” è sembrato sgretolare quel muro egocentrico e menefreghistico del mondo pallonaro italiano. I biancorossi, questa specie di gentlemen’s agreement, hanno dimostrato di averlo capito in campo e da parte nostra siamo ben contenti che certi usi e costumi americani imperversino in Maremma, anzi gradiremmo anche una sostituzione di Giampaolo Gorelli come “uomo del tempo di recupero”. Non sarebbe male una ragazza da bordo ring, alla Rocky maniera, a sfilare sinuosa tra una panchina e l’altra con il cartellone del recupero alzato al cielo.