GROSSETO – «Vedere con i propri occhi come funziona un impianto di selezione e valorizzazione dei rifiuti è fondamentale per spiegare bene ai ragazzi perché è importante fare la raccolta differenziata. E soprattutto dove vanno a finire i rifiuti riciclati». Ecco perché gli operatori del Laboratorio di Educazione Ambientale La Finoria di Gavorrano, Mario Matteucci, Marco Porciani e Fabrizio Santini hanno visitato l’impianto Ecolat di Grosseto, che si occupa della separazione del multimateriale proveniente dalla raccolta differenziata e dal porta a porta. Nel corso della visita il responsabile dell’impianto Ecolat Andrea Contri, ha mostrato passo dopo passo, ogni fase della lavorazione del multimateriale.
“Il Laboratorio La Finoria – spiega il direttore Mario Matteucci – si occupa da oltre 20 anni di educazione ambientale. Abbiamo deciso di visitare Ecolat in vista di un progetto sullo sviluppo sostenibile destinato agli studenti delle scuole elementari e medie del comune di Gavorrano ed estendibile ai comuni vicini. L’argomento è proprio la gestione dei rifiuti. Faremo degli incontri in classe di preparazione e di formazione, coinvolgeremo i ragazzi in attività esterne di pulizia di alcuni luoghi frequentati dai giovani e a primavera organizzeremo una iniziativa coinvolgendo anche i genitori, proprio sulla raccolta differenziata. Abbiamo pensato ad una competizione in cui vincerà la famiglia che sa differenziare nel modo corretto, senza commettere errori. L’obiettivo è sensibilizzare i giovani e attraverso di essi arrivare agli adulti, spiegare la necessità di produrre meno rifiuti e l’importanza civile, ambientale ed economica di un corretto smaltimento. Far conoscere l’impianto Ecolat e raccontare come il rifiuto che esce dall’impianto sia destinato a nuova vita, ci consente, inoltre, di far capire ai cittadini dove va a finire la loro spazzatura, sfatando la leggenda metropolitana del tanto buttano tutto nello stesso calderone…”.
“Il multimateriale che proviene dalla raccolta differenziata urbana, è composto da imballaggi in plastica, in alluminio, in acciaio, in tetrapak ed in vetro. Ecolat si occupa della separazione eterogenea dei materiali, avviando successivamente i prodotti al Consorzio nazionale imballaggi (Conai) che è l’organizzazione che per legge si occupa di recuperare e riciclare i rifiuti di imballaggio dando vita ai riprodotti. Qualche esempio? Con l’alluminio di 800 lattine si può costruire una bici nuova di zecca e super accessoriata. Con il materiale recuperato dalle bottiglie di plastica si possono realizzare panchine, oggetti di design, e felpe. Il tetrapak, si trasforma in cartafrutta per diventare carta da tipografia e in ecoallene, materiale plastico stampabile, usato in edilizia, per gadget e gioielli di bigiotteria.”