MAGLIANO IN TOSCANA – Uno dei consiglieri di maggioranza chiede un gesto distensivo, così come l’Anpi che chiede un ripensamento. Mentre i consiglieri di opposizione parlano di scarsa trasparenza. Non si placa la polemica in merito alla vicenda della vendita della scuola di Maiano Lavacchio, il luogo dell’eccidio dei Martiri d’Istia.
La conferenza stampa di ieri fatta dal sindaco Diego Cinelli, non ha calmato le polemiche. Il primo ad intervenire è il consigliere di maggioranza Davide Moroni che, dopo aver ribadito che la scuola non è quella in cui avvenne processo agli 11 renitenti alla leva poi giustiziati, afferma «Ci tengo a precisare che la passata amministrazione non si è mai impegnata per la riqualificazione dell’edificio che, quindi, negli anni, si è andato sempre più deteriorando. Ed è per queste motivazioni che l’attuale amministrazione ha voluto mettere in vendita tale immobile. Ritengo tuttavia che, nonostante tali premesse, in questi anni il luogo sia diventato ugualmente un simbolo della lotta al nazifascismo ed è per questo che mi auspico un ritiro della delibera di alienazione del bene da parte del sindaco Diego Cinelli. A questo proposito, chiedo però a tutte le Istituzioni, ai sindacati e alle associazioni, di mettersi intorno ad un tavolo per avviare un progetto serio di recupero e valorizzazione dell’immobile e dell’intera zona. Mi auguro perciò che a Maiano Lavacchio possa sorgere in futuro un luogo della memoria per i Martiri di Istia così che esso possa assumere un valore speciale per tutta la collettività in memoria delle undici vittime».
Parla invece di un attacco e illazioni inutili il gruppo consiliare di opposizione Viva Magliano viva. Parlando del consiglio comunale in cui è stata approvata la delibera di alienazione della scuola i consiglieri affermano «Come si può leggere dalla delibera del verbale di Consiglio numero 31 del 30.07.2015 abbiamo letto e consegnato al segretario la nostra dichiarazione di voto che esprime quanto in questi giorni è stato riportato nei giornali da vari esponenti politici locali e regionali e da altre associazioni: “votiamo contro questo piano delle alienazioni perché poco trasparente. Manca di una visione strategica. Si sono tolti ed aggiunti immobili senza nessun confronto con la minoranza ed i cittadini; si cambia opinione molto facilmente dando l’impressione di inseguire un consenso momentaneo. Sulla vendita della scuola di Maiano Lavacchio, si ricorda e ci risulta anche dalla stampa con articolo pubblicato su tutti i giornali cartacei e online del 08/06/2015, che il sindaco si fosse impegnato per un suo inserimento nel progetto “percorsi della memoria”, e di conseguenza sulla sistemazione della scuola e restauro del monumento, a servizio di una testimonianza storica dei crimini nazifascisti e al contempo di una promozione turistica del proprio territorio. Ma d’altra parte non è la prima volta che assistiamo al cambio di idea di questa amministrazione».
«Noi siamo all’opposizione e come minoranza rispettiamo i voti che ci sono stati assegnati e che rappresentiamo. Non siamo immobili e nemmeno disinteressati alle vostre manovre – continuano i consiglieri -. Lei signor sindaco è stato molti anni all’opposizione e non ha mai votato contro a qualche decisione (quando era presente) e poi ha tirato fuori, quando le ha fatto comodo, in campagna elettorale critiche sull’operato della passata amministrazione. Vogliamo voltare pagina, ma non ci accusi di menefreghismo. Noi lavoriamo, e molto spesso, più di tutta la sua maggioranza e la sua giunta. Sicuramente non siamo mai ascoltati durante i consigli, altrimenti anche a memoria il sindaco si doveva ricordare, almeno si legga quello che poi pubblica online sul sito istituzionale del Comune».
I consiglieri di minoranza tornano poi a citare le affermazioni del sindaco sulla stampa «”Mi chiedo – domanda il sindaco – fare magari un memoriale, e spendere centinaia di migliaia di euro per farlo visitare a tre persone il giorno della commemorazione è opportuno? Oppure lasciarlo così e vederlo cadere”. Il sindaco Cinelli pensa veramente che se quel memoriale fosse ristrutturato e inserito nei percorsi della memoria, sarebbe visitato da tre persone solo il giorno della commemorazione? Veramente non si rende conto e non è a conoscenza di tutte quelle persone, a livello mondiale, che su questi argomenti, studiano, pubblicano libri, visitano giornalmente i musei della memoria? La sua dichiarazione è molto grave, a nostro avviso, e molto restrittiva culturalmente. Invitiamo tutti a riflettere».
«Il 24 marzo, nella sala consiliare del Comune di Magliano in Toscana, la direttrice dell’Isgrec, Luciana Rocchi, chiese pubblicamente all’Amministrazione comunale di trasformare in luogo della memoria la scuola, nell’immediato un recupero urgente dell’esterno, divenuto indecoroso – afferma l’Isgrec -. Non è prevaricazione domandare che non si venda la scuola. E’ domanda di rispetto verso qualcosa di cui sono responsabili non una giunta, o un consiglio, o una comunità. La questione è morale, non politica, non giuridica, non ideologica. Non erano comunisti, né socialisti, né popolari, né azionisti. Erano “contro la guerra”. La responsabilità di preservare e consegnare al futuro il luogo dove i grossetani in maggioranza, insieme ai maglianesi e a molti altri si riuniscono ogni 22 marzo per onorare la memoria degli undici ragazzi non ha confini né geografici né di schieramenti, è delle donne e degli uomini di buona volontà».
«Erano italiani, di provenienze diverse. Mario Becucci era nato a La Spezia, Antonio Brancati a Ispica di Ragusa, Rino Ciattini e Attilio Sforzi a Grosseto, Alfiero Grazi a Cinigiano, Silvano Guidoni, Corrado ed Emanuele Matteini, Alcide Mignarri, Alvaro Minucci a Istia d’Ombrone di Grosseto, Alfonso Passananti a Battipaglia. La loro memoria appartiene a tutti perché è parte del patrimonio civile collettivo; il lutto e il ricordo appartengono alle comunità da cui provenivano. La lettera di Antonio Brancati è una tra le “Lettere dei condannati a morte della Resistenza italiana” (464, nel database on line www.ultimelettere.it/)».
Il presidente provinciale Anpi Nello Bracalari ha invece inviato una lettera al sindaco «affinché ci sia un ripensamento da parte dell’amministrazione sulla vendita della “scuolina” di Magliano in Toscana»
“Sig. Sindaco,
leggo sulla stampa la notizia che l’amministrazione da Lei presieduta avrebbe deciso di alienare la scuola adiacente al cippo, che ricorda gli 11 martiri dell’eccidio nazifascista di Maiano Lavacchio.
Mi permetto di sottoporre alla sua attenzione la necessità di una rimeditazione, almeno in parte, dell’iniziativa perché in quella struttura sia salvaguardato uno spazio pubblico che possa essere usato come punto di riferimento per tutti, ma in particolare per i giovani e le scuole dell’intera provincia come luogo di memoria e di ricerca su questo importante avvenimento storico .
Dal’altra parte sul luogo esiste un lodevole luogo di culto a carattere religioso e sarebbe strano che altrettanto non avvenisse per le istituzioni pubbliche”.