MAGLIANO IN TOSCANA – Non si placano le polemiche sulla messa in vendita da parte del Comune di Magliano in Toscana della scuola di Maiano Lavacchio. Si tratta di un luogo della memoria per tutta la provincia di Grosseto, il luogo del processo dei martiri d’Istia trucidati dai nazifascisti. In tanti in questi giorni sono intervenuti per “difendere” la scuola e quel pezzo di storia e sul web la petizione (www.change.org/p/diego-cinelli-sindaco-di-magliano-in-toscana-non-vendere-la-scuola-di-maiano-lavacchio?) lanciata da Leonardo Marras per chiedere al sindaco Diego Cinelli di fare marcia indietro ha già ottenuto 100 adesioni.
Sul caso “Maiano Lavacchio” interviene oggi il sindaco di Grosseto e presidente della Provincia Emilio Bonifazi, ma anche il segretario provinciale del Pd Marco Simiani e il circolo di Fratelli d’Italia di Magliano in Toscana che difende le scelte di Cinelli e critica l’atteggiamento proprio del Pd.
La proposta del sindaco di Grosseto è quella di una sottoscrizione. «Alla luce di quanto emerso, del grave stato di degrado in cui l’edificio versa e delle scarse risorse economiche degli enti locali, credo che potremmo pensare a un’opera di recupero dello stabile attraverso una sottoscrizione. Lo scorso 28 maggio con l’amministrazione comunale di Magliano in Toscana abbiamo dato il via a una sottoscrizione per il restauro del monumento in memoria dei martiri di Maiano Lavacchio, che si trova proprio vicino alla ex scuola. Per questo faccio appello alle istituzioni locali per accogliere questa proposta, ma soprattutto alle forze imprenditoriali, al mondo delle associazioni e a tutti quei cittadini che vorranno, anche con un piccolo contributo, dare il proprio sostegno. Quella stessa scuola, una volta recuperata, potrebbe anche ospitare, con le dovute garanzie circa la conservazione, la lavagna con l’ultimo saluto dei fratelli Martellini. Chiudendo così un ideale percorso di recupero della memoria».
Il Partito democratico direttamente con il suo segretario provinciale intanto chiede l’immediato ritiro della delibera sulla vendita della scuola. «La scelta compiuta dal sindaco di Magliano in Toscana Diego Cinelli – scrive Simiani – di mettere in vendita la scuola ormai in disuso di Maiano Lavacchio, luogo dell’eccidio fascista di 11 giovani, non tiene conto di tutto questo. E’ un gesto grave. Non riteniamo che Cinelli abbia preso questa decisione con lo scopo di offendere quelle vittime. Il sindaco di Magliano in Toscana è stato il primo ad onorarle portando nel suo Consiglio Comunale la lavagna su cui due di loro lasciarono l’ultimo straziante messaggio alla madre. Cinelli ha sbagliato per superficialità e per ignoranza. Ha valutato quella scuola vuota come un insieme di mattoni e cemento degradati. Al sindaco è sfuggito che stava vendendo un monumento, un ricordo, vendeva qualcosa che è intriso in quelle mura fatto delle parole che in tutti questi anni sono state pronunciate a Maiano Lavacchio, fatto della sofferenza delle famiglie e della democrazia grazie alla quale anche lui è stato eletto. Il Partito Democratico di Grosseto vuole lanciare un appello a tutto il Consiglio Comunale di Magliano in Toscana: Maiano Lavacchio, anche la sua scuola, è un bene comune che travalica gli schieramenti: ritirate quella delibera».
Sull’argomento interviene anche Fratelli d’Italia, il partito a cui fa riferimento anche il sindaco Diego Cinelli. «Gli stessi esponenti che adesso si indignano per questa decisione, dove si sono nascosti fino ad oggi? Non ricordiamo particolari prese di posizione dopo che il comune di Magliano in Toscana si è ritrovato al terzo posto tra i comuni che hanno subito maggiori tagli nei trasferimenti. Tagli che si quantificano in 200 euro pro capite e che per un bilancio sono molto più che una iattura. Chiediamo con forza che gli esponenti che tanta visibilità hanno cercato in questi giorni, si facciano portatori nelle sedi opportuni delle difficoltà che comuni come Magliano in Toscana hanno nel garantire servizi come mense e trasporti scolastici ad esempio. Facciano almeno per una volta il lavoro per il quale sono stati eletti, risparmiando tempo ed energie per qualcosa di più concreto, tralasciando le stucchevoli polemiche».
Al sindaco Cinelli ha scritto una lettera aperta anche il primo cittadino di Roccastrada Francesco Limatola.
“Ho sempre pensato che essere sindaco sia uno dei compiti più belli che un cittadino possa sperare di ricoprire. Ora lo vivo con passione e con la consapevolezza, ogni giorno, di avere tutta la mia popolazione che mi osserva, in qualche modo sorveglia ciò che faccio. In questa attenzione sintetizzo la parola responsabilità.
Il sindaco di Grosseto ha, invece, qualcosa di più, Dietro la sua scrivania è appesa la lavagna nera dove il 22 marzo del 1944 furono vergate poche parole: “Mamma Lele e Corrado un bacio”. L’ultimo saluto scritto in una piccola scuola di campagna da due giovani innocenti che sarebbero stati uccisi dai fascisti.
Tutti noi, scelti da chi vive nei nostri paesi, abbiamo simbolicamente quella lavagna appesa dietro le spalle. E’ la memoria delle nostre origini democratiche, delle vittime, di chi ha sofferto e sorriso per la libertà.
I simboli hanno un senso. La scuola di Maiano è un monumento come la lavagna è un monito. La memoria storica è parte di noi, è un presente più forte perché condiviso negli anni.
Non vendere Cinelli.
Francesco Limatola, sindaco di Roccastrada»