MAGLIANO IN TOSCANA – «Se la Cgil vuole può comprare la scuola di Maiano Lavacchio e usarla come preferisce». Il sindaco di Magliano in Toscana non ci sta e respinge al mittente l’accusa di voler far cassa con la memoria. «In tempi come questi devo pensare prima di tutto ai cittadini, non posso spendere soldi per tenere in piedi la ex scuola di Maiano Lavacchio» (nella foto sopra la lavagna su cui i fratelli Matteini scrissero l’ultimo saluto alla mamma).
La polemica è nata dalla notizia della vendita, assieme ad altri beni di proprietà del Comune, della scuola dove furono processati i Martiri d’Istia. Una decisione che ha indignato lo Spi Cgil e il suo segretario Lorenzo Centenari.
«Innanzitutto gli undici ragazzi non furono uccisi alla scuola, lì furono processati e uccisi nel piazzale – precisa Cinelli – e poi Centenari dice di avermi mandato una lettera ma al momento non mi è arrivato nulla: prima di inviare la lettera ai giornali sarebbe stato corretto inviarla al sindaco a cui è indirizzata». Il sindaco racconta di aver avuto una telefonata da Centenari e una mail, ma non la lettera in questione.
Poi Cinelli attacca «Abbiamo fatto una cena nei mesi scorsi, proprio per trovare le risosrse per ristrutturare il monumento ai martiri, c’eravamo io il sindaco di Grosseto e le due amministrazioni comunali: dove erano allora Centenari e Bracalari?».
La scuola, a quanto afferma il sindaco, avrebbe bisogno di opere di restauro, i cornicioni, la recinzione «ma anche fare questi lavori per tenerla chiusa, o per farci un memoriale da aprire un giorno all’anno che senso ha?».
«Capiamo perfettamente le esigenze della memoria – precisa Cinelli -, ma come tutte le cose che restano a lungo chiuse la scuola non è messa bene e la legge impone la messa in sicurezza in caso di pericolo. Indipendentemente dalle appartenenze politiche capiamo il valore storico di questa vicenda, ma destinare le già scarse risorse per un immobile che resterà chiuso implica valutazioni più ampie. Preferiamo restaurare il monumento e ridargli decoro coltivando così la memoria».
Cinelli racconta che lo scorso anno due alberi caddero proprio a fianco del monumento rischiando di abbatterlo «Con la Provincia abbiamo tagliato 15 alberi pericolanti per risistemare tutto in vista della commemorazione».
La ex scuola, che si trova proprio a fianco del monumento, è stata messa in vendita per 110 mila euro. Lì gli undici ragazzi renitenti alla leva del governo di Salò furono processati per poi essere trucidati il 22 marzo subito fuori.