GAVORRANO – «La soluzione della Cava della Vallina è la peggiore». La pensano così i rappresentanti dell’opposizione a Gavorrano in merito alla eventuale sito di stoccaggio dei gessi rossi. Per il Centrosinistra Bene Comune la via maestra è quella dell’inchiesta pubblica, ma oltre ad indicare il metodo la minoranza suggerisce anche il luogo che potrebbe accogliere gli scarti della produzione della Tioxide di Scarlino.
«Nel caso in cui Gavorrano fosse scelta come sede per lo stoccaggio dei gessi, come molti documenti dal 2004 ad oggi indicano, – spiegano dal Centrosinistra Bene Comune – riteniamo innanzitutto che sia prioritaria la partecipazione dei cittadini. A tal fine proponiamo che ciò avvenga attraverso lo strumento dell’inchiesta pubblica, che consentirebbe di dotarsi di mezzi tecnici e risorse umane preparate (noi abbiamo già i nostri tecnici da coinvolgere) tali da garantire il più possibile la tutela del territorio».
«Siamo fermamente convinti – aggiungono – che la soluzione della Vallina sia la peggiore per i cittadini del nostro Comune, in particolare per quelli della frazione di Filare, in quanto che, a conti fatti circa la mole di gessi rossi da stoccare, si darebbe vita ad un passaggio quotidiano di decine e decine di automezzi pesanti, dall’impianto di Scarlino alla cava e viceversa. Nella frazione di Filare non esiste una viabilità in grado di sostenere tale flusso ogni giorno, considerando inoltre che la cava si trova praticamente in paese a pochi metri dalle abitazioni e, fatto non secondario, all’interno del Geoparco delle Colline Metallifere».
«La nostra proposta è tesa a superare i problemi derivanti dal trasporto su gomma, facendo trasferire i gessi su treni merci che dal Casone viaggerebbero su linee ferroviarie già operative e funzionanti fino alla stazione di Giuncarico e da lì alla vecchia cava della Bartolina. Proponiamo infatti che si vada alla vecchia cava della Bartolina per lo stoccaggio dei gessi rossi; un luogo lontano dal centro abitato, raggiungibile su rotaia e che non va ad intaccare la viabilità interna e la sicurezza del nostro comprensorio».
«La nostra è una proposta seria, che da una parte mira alla salvaguardia del territorio e dall’altra garantisce il proseguo del ciclo di produzione con la conseguente conservazione dei posti di lavoro dei dipendenti Tioxide, compresi quelli che permettono di vivere, oggi, a 147 famiglie gavorranesi. Ci batteremo affinché Tioxide non paghi compensi ambientali ai comuni, ma bensì usi quei soldi per ammodernare la linea ferroviaria dallo stabilimento alla stazione di Scarlino e il tratto dalla stazione di Giuncarico alla vecchia cava della Bartolina; e affinché usi quel denaro per nuova forza lavoro, che è la vera ricchezza, insieme ad un ambiente salvaguardato, dei nostri territori».