GROSSETO – Verso l’assemblea provinciale. Proprio pochi minuti fa è stato ufficializzato il documento che sarà presentato domani sera durante l’assemblea (leggi anche: Il Pd cerca la quadra su Simiani. Domani confronto aperto tra renziani e “resto dei dem”). Si tratta del documento approvato oggi dalla “sinistra” del partito che fa riferimento a tutte le realtà che non rientrano tra i renziani. Un documento che ribadisce la centralità del partito, della sua unità e dell’importanza del voto amministrativo del prossimo anno. Eccolo pubblicato integralmente.
Contributo in previsione della assemblea provinciale del PD di Grosseto
Il PD è nato per cambiare l’Italia. Ci siamo assunti questo compito nel momento più difficile per il Paese, dove ad una forte crisi economica e sociale ha corrisposto la crisi delle Istituzioni democratiche e del rapporto tra eletti e elettori.
L’ambizioso programma di riforme di cui il PD e il Governo guidato da Matteo Renzi si sono fatti carico, ha l’obiettivo del rilancio e della crescita del Paese e di ristabilire un rapporto di fiducia tra i cittadini e la politica.
Per questo, l’azione del governo nazionale va sostenuta, valorizzando i meriti e, nello stesso tempo, stimolando il confronto necessario per correggere quei limiti che pur ci sono stati.
Per questo va definitivamente superata quella rappresentazione di un PD che si articola in logiche pro o contro il segretario.
Il PD sarà tanto più forte quanto più avrà la capacità di rappresentare un progetto di società, di comprenderla, di rappresentarne le istanze, di relazionarsi senza pregiudizi con le tante forme di rappresentanza e con i corpi intermedi.
I mesi che ci attendono non saranno facili. La crisi internazionale e le possibili ricadute della vicenda greca, gli epocali flussi migratori, la lotta al terrorismo, la sicurezza dei cittadini, la macchina pubblica talvolta refrattaria ai cambiamenti, rappresentano temi centrali su cui il PD, oltre a dimostrare la propria capacità di governo, deve rafforzare il proprio progetto politico, tenendo insieme tutte le sensibilità che lo animano in una ambiziosa visione della società e del mondo.
Le ultime tornate elettorali ci hanno detto che nulla è scontato. Le sfide che l’Italia ha di fronte a se non si governano con partiti di opinione o di stampo leaderistico. Serve un soggetto politico diffuso e radicato, capace di fare alleanze politiche e sociali. Serve una classe dirigente che assuma autorevolezza non per la perenne conta interna ma per le capacità che dimostra sui territori.
Il PD è la casa di tutti i riformisti, è la sintesi della grandi culture politiche progressiste e popolari italiane.
Non può essere un generico “partito della nazione” senza un profilo di valori e idee. Deve essere un partito di governo la cui prospettiva è intervenire nella realtà per cambiarla e migliorarla: deve governare, non solo vincere le elezioni.
Anche per questo, gli abbandoni che si stanno registrando con una intensità crescente, non solo dispiacciono, ma devono far riflettere sulla necessità che il PD riaffermi appieno i caratteri che lo hanno fatto nascere.
L’esplosione di nuova e drammatica questione morale che ha travolto alcuni ambiti della politica chiede al partito di introdurre anticorpi più forti. Anche se nella nostra provincia non si sono verificate situazioni di questo genere, il PD deve continuare a prendere decisamente le distanze dagli episodi di corruzione che hanno riguardato parlamentari e amministratori locali iscritti al nostro partito.
Senza cadere nella deriva giustizialista o nel clima di “caccia alle streghe”, vanno messi a punto sistemi di contro e selezione delle candidature, tali da non rimandare al dopo elezione, la verifica della eventuale esistenza di situazioni di conflitto di interesse o di incompatibilità/inopportunità.
Ciò vale a livello nazionale come a livello locale.
La crisi economica nel nostro territorio ha avuto tempi diversi rispetto al quadro nazionale. Nonostante ciò i dati non sono meno drammatici.
Rischiamo la definitiva marginalizzazione del manifatturiero. L’edilizia ha subito colpi durissimi e difficilmente recuperabili. Il settore pubblico e dei servizi sta subendo un forte ridimensionamento a fronte della revisione della spesa e dei limiti che i nuovi assetti istituzionali hanno evidenziato. Settori più caratteristici, quali il turismo e l’agroalimentare, scontano una debolezza strutturale che se non affrontata pregiudicherà le potenzialità non ancora espresse.
Su questo il PD locale è chiamato a misurarsi, accelerando un proprio protagonismo e l’iniziativa sul piano politico e istituzionale.
Occorre una nuova stagione di politiche per lo sviluppo. Politiche che si possono affermare anche con quegli strumenti di programmazione negoziata che, in un passato non troppo remoto, il territorio ha dimostrato di saper cogliere e gestire.
Occorre però una visione generale dello sviluppo. È necessario dire ai cittadini, alle imprese, alle forze sociali, dove il Pd li vuol portare, quale è la nostra idea di territorio e di città. A questo serve un Partito, che valorizza certo le singolarità che esprime ma all’interno di un ragionamento e percorso comune e condiviso. Per questo occorre superare, ad ogni livello, la logica da comitato elettorale permanente che ha caratterizzato anche a livello locale i primi anni di vita del PD.
La rielezione di Enrico Rossi e l’affermazione del PD alla guida della Toscana hanno rappresentato un passaggio di grande valore. Nello stesso tempo non possono essere sottaciuti o minimizzati i limiti che sono emersi, a cominciare dalla forte astensione. Pena pagare altri e futuri prezzi sul piano politico e elettorale.
Le difficoltà ampiamente percepite sulla costa toscana prima e durante la campagna elettorale sono emerse chiaramente nel risultato delle elezioni. In special modo in provincia di Grosseto, dove il PD registra un risultato deludente a fronte di una affermazione della Lega. Si tratta di un dato preoccupante considerando soprattutto che il risultato del capoluogo e di Orbetello hanno sensibilmente condizionato il dato generale. È un aspetto che, anche in previsione delle amministrative 2016, va affrontato, da tutto il partito, con serietà e non liquidato con superficialità. L’alto livello di astensione, il risultato ottenuto da forze che hanno spinto sul peggior qualunquismo e populismo, se letti in una chiave che li lega alle caratteristiche socioeconomiche del territorio, ci dicono che il campanello di allarme ha suonato con vigore.
La composizione della Giunta Regionale, dopo l’esperienza positiva degli anni scorsi, avrebbe dovuto tener conto della complessità che le elezioni regionali hanno determinato in provincia di Grosseto e continuare ad investire politicamente sul territorio. Pur riconoscendo l’importante ruolo di capogruppo consiliare assegnato a Leonardo Marras, prendiamo atto, con rammarico, che tale valutazione non è avvenuta come avrebbe meritato. Anche per questo riteniamo necessario che il PD provinciale e regionale recuperino in tempi rapidi l’iniziativa, promuovendo una conferenza, che coinvolga il Presidente Rossi e la Giunta Regionale, su programmi e azioni, sul piano politico e di governo, per il nostro territorio, anche in prospettiva del voto 2016.
La sconfitta di Arezzo, oltre a dimostrare che contesti politicamente simili a Grosseto tornano contendibili e che nulla può essere dato per scontato, chiede un impegno straordinario anche per mantenere un equilibrio politico in grado di realizzare quelle strategie di area vasta su cui occorre, in primo luogo, ribadire o trovare la condivisione tra Regione e territori.
In tale ottica, la conferma della guida al centrosinistra di Grosseto deve diventare un obiettivo irrinunciabile e tangibile per tutto il PD, non solo a livello locale.
A maggior ragione nel nuovo contesto istituzionale che, con il venir meno della provincia elettiva, assegna al comune capoluogo un ruolo di direzione e governo che va oltre i confini comunali.
Grosseto 2016 porrà la questione di come la città dovrà essere più capoluogo. Anche per questo, nei principali comuni interessati al voto, il PD è chiamato ad uno sforzo nella reale valutazione delle esperienze svolte ad ogni livello e a un salto in avanti nella capacità di definire programmi, alleanze e candidature per la sfida che ci attende, non rinunciando a priori a forme di larga partecipazione democratica evitando che su questi temi siano solo le scelte di vertice a decidere.
Dal risultato modesto registrato in città si deve ripartire con una grande iniziativa di coinvolgimento e ascolto di cittadini, associazioni, forze politiche ma anche aggregazioni civiche o culturali interessate a un progetto inclusivo e partecipato per il governo locale “del fare”.
Guai a rinchiudersi nell’autoreferenzialità o a ripiegare su soluzioni preconfezionate.
La vicenda delle elezioni regionali ci consegna quindi un nuovo quadro, non semplice. A ciò, per i risultati elettorali conseguiti dai singoli candidati, si aggiunge la riflessione politica e personale della segretaria provinciale Barbara Pinzuti, sulla disponibilità a rimettere il proprio mandato, per consentire l’individuazione di soluzioni maggiormente unitarie per la guida del PD.
Ciò non sminuisce il valore del risultato elettorale che, oltre all’impegno personale, ha visto la mobilitazione di quella larga parte del PD che, con lealtà, oltre a Barbara Pinzuti, ha sostenuto la candidatura di Leonardo Marras, determinandone l’ elezione. Così come non deve essere disperso quel patrimonio politico ed elettorale rappresentato anche dal consenso personale ottenuto dai singoli candidati.
La disponibilità di Barbara Pinzuti non pregiudica il valore di una scelta politica avvenuta al congresso che, seppur per pochi delegati, ha determinato l’elezione dell’Assemblea e della segretaria provinciale la cui gestione, tra l’altro, al netto di alcune tensioni interne, ha fatto registrare un successo nei passaggi elettorali avvenuti per il rinnovo delle tante amministrazioni locali.
Proprio per la complessità della situazione che le elezioni regionali ci hanno consegnato, chi ha guidato e sostenuto quell’esperienza, o si è riconosciuto nel sostegno elettorale a Marras e Pinzuti, ritiene che, per l’elezione del segretario provinciale, occorra oggi l’assunzione di un impegno e di una responsabilità collettiva e unitaria, che trovi la sua composizione in assemblea ed eviti di sfociare in un passaggio congressuale incomprensibile proprio nella fase in cui, più di una conta interna, ci è richiesto un confronto e una apertura con la società.
Occorre, perciò, lavorare per una gestione realmente unitaria, superando schemi congressuali ormai lontani, con le relative pregiudiziali e i personalismi, mettendo in condizione l’assemblea, e conseguentemente la direzione provinciale, di eleggere i nuovi assetti esecutivi e di rappresentanza.
Serve rilanciare l’iniziativa nei circoli attraverso il piacere del libero confronto politico, il rilancio delle feste come occasione di autofinanziamento e di incontro con i cittadini, la diffusione della nostra organizzazione giovanile, il valore del tesseramento. Serve riannodare le relazioni, troppo spesso sfilacciate, tra l’impegno politico nel partito e l’azione dei nostri amministratori locali. Per questo, occorre che la segreteria provinciale, in via ordinaria, sia garante della continuità politica e organizzativa agli attuali assetti dei circoli e delle U.C. sul territorio, traguardando il loro impegno alla naturale scadenza congressuale.
Per la portata della sfida sul capoluogo ed anche per il venir meno dell’impostazione congressuale che ha portato all’elezione dell’assemblea e del segretario dell’U.C. di Grosseto, occorre che, preliminarmente alla elezione del nuovo segretario provinciale, anche quel livello si doti un esecutivo politico rappresentativo e coerente con lo stesso impegno e la responsabilità unitaria.
Rispetto a tutto ciò, chi si è maggiormente affermato nel passaggio elettorale regionale, è chiamato a farsi carico di una proposta politico-programmatica e di una candidatura per la segreteria provinciale da formalizzare all’Assemblea Provinciale, lavorando alla necessaria e auspicabile convergenza unitaria.
Questo obiettivo sta anche nella capacità di far sintesi con l’analisi e le proposte contenute nel presente documento e dal riconoscimento del contributo che tutte le sensibilità, per ciò che rappresentano, potranno portare in questa nuova fase. Riteniamo che solo alla luce di un accordo largamente maggioritario su questi contenuti, potranno essere formalizzate le dimissioni della segretaria Barbara Pinzuti e attivate le conseguenti procedere previste dallo statuto del PD.
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