GROSSETO – È stata ridotta di un terzo la deduzione per le spese forfettarie, quelle non documentate per i trasporti effettuati personalmente dall’imprenditore. La nota è stata diffusa due giorni fa dall’Agenzia delle entrate. «Contrariamente a quanto governo e ministero dei Trasporti avevano garantito alla organizzazioni nazionali del settore – afferma Renzo Alessandri direttore della Cna -, gli importi sono stati ridotti del 70 per cento, con l’aggravante di una retroattività (la misura influenzerà l’esercizio 2014) che, in barba alla crisi del settore e allo statuto sui diritti del contribuente, riapre i conti di un esercizio che i più erano certi di essersi lasciati alle spalle».
Le deduzioni forfetarie giornaliere stabilite per l’ambito territoriale del trasposto valide per il 2014 e modificate con effetto retroattivo sono le seguenti:
• euro 6,30 per i trasporti nel Comune in cui ha sede l’impresa (a fronte dei 18,00 euro precedenti);
• euro 18.00 per trasporti oltre il Comune in cui ha sede l’impresa, ma nell’ambito della Regione o delle Regioni confinanti (a fronte dei 56,00 precedenti);
• € 30,00 oltre il predetto ambito territoriale regionale (a fronte dei 92 precedenti).
«Il venir meno agli impegni presi con il mondo dell’autotrasporto e la cancellazione di risorse che costituiscono l’ossigeno per una grande parte del settore, oltretutto in un momento come quello attuale è assolutamente inaccettabile – continua la Cna -. Ancor più inaccettabile, è il fatto di venirne a conoscenza adesso a tre giorni dalla prima scadenza delle imposte delle imposte».
«Se nelle prossime settimane non dovesse essere trovata una soluzione e la riduzione delle deduzioni dovesse risultare confermato il paese sarebbe esposto a un duplice rischio – sottolinea Alessandri -: la chiusura di migliaia di imprese (con una ulteriore riduzione dei livelli occupazionali) e l’indizione immediata del fermo dei trasporti; tutto questo, grazie ad un livello di governo superficiale e poco credibile».
La CNA invita le quasi quattrocento imprese locali interessate da tale misura (confidando sul buon esito della trattativa in corso), a differire il pagamento della imposte al 20 di agosto (utilizzando quindi l’ultima scadenza prevista e accollandosi la penalizzazione dello 0.40 per cento). Se la soluzione dovesse essere diversa, nessuno si appelli al senso di responsabilità dei trasportatori e di coloro che li rappresentano. L’alternativa di un fermo convocato in piena stagione turistica, giunti a quel punto, potrebbe essere inevitabile».