NOMADELFIA – Una domenica di festa, quella che il 21 giugno attende la comunità di Nomadelfia. Sarà, infatti, inaugurata la nuova Sala don Zeno e saranno celebrati i 15 anni dalla approvazione della Costituzione da parte della Santa Sede. Per l’occasione sarà a Nomadelfia monsignor Joel Marcier, segretario della Congregazione per il Clero, che alle 11.30 presiederà la Messa insieme al vescovo Rodolfo.
La nuova sala polivalente, realizzata in cemento armato e rivestita in legno lamellare, ha una capienza di oltre 500 posti ed è stata realizzata, grazie alla collaborazione di diverse aziende, per accogliere i numerosi visitatori che nel corso dell’anno chiedono di poter incontrare la comunità alle porte di Grosseto, ma anche per celebrazioni varie (Messe, matrimoni, battesimi, funerali), conferenze, spettacoli come il musical “I ragazzi di don Zeno” e per attività educative. All’interno, infatti, ci sono anche una sala computer e una di musica.
La Sala don Zeno non nasce solo per gestire logisticamente le attività e l’accoglienza, ma prima di tutto per mantenere fede allo spirito di apostolato che deve animare i nomadelfi. Don Zeno, infatti, era solito dire che “se Nomadelfia fosse chiusa in se stessa, non sarebbe più Nomadelfia”. Disporre, pertanto, di spazi adeguati facilita l’incontro, migliora l’accoglienza, rende più belle le celebrazioni e le attività.
“Dalla necessità di essere proposta per il mondo – spiegano dalla comunità di Nomadelfia – da sempre si è pensato ad una struttura polifunzionale in grado di essere strumento di condivisione e di avvicinamento con le persone che ci vengono a conoscere”.
Originariamente questo compito era stato assolto dal teatro-tenda, inaugurato il 6 gennaio 1981 dall’allora Segretario di Stato Agostino Casaroli in occasione del 50esimo di Messa di don Zeno. Fu quello stesso tendone, appena dodici giorni dopo, il 18 gennaio, ad accogliere la celebrazione delle esequie di don Zeno, alla presenza di circa 4mila persone, in un clima di preghiera e di lode. Il 20 maggio 1984 la prima Serata, mentre nella primavera dell’85 la prima uscita col teatro-tenda a Campo di Marte a Firenze. In questa struttura mobile, il 21 maggio 1989 fu accolto anche il beato Papa Giovanni Paolo II pellegrino in Maremma.
Ora la nuova, ampia struttura, vuole essere luogo di incontro tra il piccolo popolo di Nomadelfia e quanti cercano speranza nell’esperienza di vita fraterna che qui viene proposta e vissuta.
Domenica 21 ci sarà un altro motivo di festa: il 15esimo anniversario della approvazione della Costituzione di Nomadelfia da parte della Santa Sede. Il 18 giugno 2000, infatti, la Congregazione per il clero riconosceva la comunità di don Zeno come associazione privata di fedeli. Per celebrare questa speciale ricorrenza, domenica un gruppo di neo nomadelfi firmerà sull’altare la Costituzione, come segno emblematico della loro vocazione. Rispetto a questo gesto, don Zeno diceva: “Venite a firmare non per compiere una cerimonia, ma per impegnare voi e i vostri figli ad una nuova vita. Se firmate nella certezza che Cristo è con voi, anche se le vostre forze sono nulle, vincerete e travolgerete il mondo verso una vita migliore”.
Qualche cenno storico sul percorso che nel 2000 ha portato alla approvazione della Costituzione di Nomadelfia
Già nel 1937 il vescovo Carlo De Ferrari aveva dato una prima approvazione all’Opera Piccoli Apostoli, pur in assenza di una legge scritta. Solamente nel 1948, il 14 febbraio, nell’ex campo di concentramento di Fossoli i Piccoli Apostoli sottoscrissero sull’altare la Costituzione. Nel 1952, dopo l’allontanamento da Fossoli, Don Zeno, per poter tornare in mezzo ai figli, deve chiedere la laicizzazione pro-gratia e nel 1961 elabora insieme ai nomadelfi una seconda Costituzione, come associazione civile, la sottopone alla Santa Sede e in seguito può riprendere l’esercizio del sacerdozio mentre Nomadelfia è costituita parrocchia, la prima parrocchia comunitaria della Chiesa.
Nell’epoca del post-Concilio anche Nomadelfia inizia un lavoro di revisione della propria Costituzione, che si conclude, dopo la morte di don Zeno, con la fusione delle tre Costituzioni precedenti. Il lavoro procede con qualche difficoltà, ma all’indomani della visita a Nomadelfia di Giovanni Paolo II, il 21 maggio 1989, i nomadelfi si riuniscono in assemblea costituente alla presenza del card. Pietro Palazzini, rappresentante della Santa Sede. La nuova Costituzione ottiene una prima approvazione ad experimentum il 22 maggio 1994, e il decreto della Congregazione per il Clero è portato personalmente a Nomadelfia dall’arcivescovo Crescenzio Sepe, allora segretario della Congregazione. Allo scadere dei 5 anni di esperienza, si apportano alcune modifiche. La Congregazione per il Clero le accetta e approva ancora provvisoriamente la Costituzione il 4 gennaio 2000. Nello stesso tempo una serie di incontri permette di chiarire alcuni dubbi, e la visita del card. Darìo Castrillon Hoyos accelera la conclusione dell’iter, tanto che il 18 giugno la Congregazione per il Clero approva definitivamente la Costituzione.