SCARLINO – «Se fossero confermate le notizie riportate dalla stampa locale, secondo le quali la regione Toscana, si appresta a concedere il terzo via libera all’esercizio dell’impianto di incenerimento di Scarlino, dopo due sentenze del Consiglio di Stato che lo hanno costretto alla chiusura, saremmo di fronte ad una decisione incredibile e paradossale, che non considera sia le pesanti censure dell’organo amministrativo in merito alla mancanza di aggiornate valutazioni sanitarie e l’inquinamento dei corpi idrici, che le ripercussioni per il settore turistico balneare di Follonica e degli operatori del comparto in generale, già manifestate da tempo». Così in una nota Monica Faenzi parlamentare di Forza Italia e capogruppo di opposizione il “Coraggio di cambiare” al comune di Scarlino, che denuncia «quanto deliberato dalla Conferenza dei servizi la scorsa settimana a Firenze, di procedere alla seconda decisoria relativa all’inceneritore di Case Passerin».
«Mi chiedo – prosegue Faenzi – come sia possibile che dopo tre sentenze, si possa ancora pensare di vagliare una nuova autorizzazione di valutazione ambientale, il cui studio di impatto della Scarlino energia, non considera il conclamato inquinamento dei terreni dell’intera area, non solo quella industriale. Come possono il Governatore Rossi e il consigliere Marras consentire l’autorizzazione all’esercizio dell’impianto del Casone di Scarlino, il cui polo industriale maremmano da anni, ha causato una forte contaminazione dell’intero territorio, determinando decessi e gravissimi danni all’ambiente e alle infrastrutture legate alla viabilità?»
«A fronte di tali scelte gravissime e inaccettabili – precisa Faenzi – mi unisco alle proteste denunciate da anni dagli ambientalisti, sui gravi problemi sanitari e l’inquinamento da sostanze molto pericolose, ancora da rimuovere, ma anche delle categorie imprenditoriali legate al turismo e all’agricoltura, schierandomi contro questa scelta scellerata, a cui spero si affianchino anche i sindaci di Scarlino e Follonica, la cui ambiguità su questa vicenda va avanti da almeno quindici anni e che pertanto non possono che dirsi contrari, alla riapertura dell’inceneritore».
«Una situazione così ambigua – conclude Monica Faenzi -, in cui i casi sono solo due: o i sindaci, le giunte e le maggioranza di centro-sinistra dei comuni di Scarlino e Follonica fanno finta di essere contrari a quell’impianto, recitando una non più tollerabile doppiezza, oppure nel loro partito di riferimento, il Pd, che decide a vantaggio di un soggetto privato contro gli interessi del territorio, non contano proprio nulla. Una terza possibilità non può esistere e se la coerenza non consente loro di trarre le dovute conseguenze davanti a questi due scenari è bene che gli operatori economici, gli imprenditori e gli artigiani si affidino a rappresentanti capaci di difendere i loro reali interessi».