GROSSETO – «Oggi la persona non è al centro del sistema sanitario regionale, e voi infermieri che avete il compito della presa in carico siete di conseguenza messi al margine. E’ un’architettura da riconfigurare completamente, abbattendo l’apparato per valorizzare la sanità dei servizi e creare un nuovo contesto nel quale la vostra professionalità trovi giusta collocazione». Lo ha assicurato il candidato di Forza Italia alla presidenza della Regione Toscana Stefano Mugnai (Vicepresidente della Commissione sanità del Consiglio regionale) che questo pomeriggio, presso l’hotel Gentiluomo di Arezzo, ha incontrato i rappresentanti degli infermieri dei collegi di Arezzo, Siena e Grosseto.
I professionisti della presa in carico del paziente, circa 30mila in Toscana, hanno manifestato il loro disagio per la mancata condivisione e concertazione con cui Rossi ha portato a dama la riforma del sistema sanitario regionale concretizzatosi nella legge regionale 28/2015. Mugnai ha ripercorso la genesi di quella legge: «E’ una riforma improvvisata. Noi da anni proponevamo di mette mano alla governance della sanità regionale – ricorda – ma Rossi ci rispondeva a suon di risolini affermando che le Asl, se rese troppo grandi dagli accorpamenti, sarebbero implose sotto il loro stesso peso. Poi però c’era da compiacere Renzi per farsi ricandidare. E allora, ecco la folgorazione sulla via delle elezioni e la riforma, frettolosa e non ponderata e non concertata e sulla quale nessuno degli attori della sanità è stato coinvolto».
Ora però il disegno è reperire le risorse. E le poltrone aumentano: «Per questo la giunta ha già individuato migliaia di esuberi, parole loro, tra il personale sanitario. Rossi ha manifestato l’intenzione di sostituire gli infermieri con gli oss, ottimi lavoratori ma due profili professionali differenti. Il punto è che finora voi infermieri siete stati vissuti come un fastidio da parte della giunta, e il motivo è che siete 30mila dunque fate massa critica. Invece gli spazi di valorizzazione per la vostra professione ci sono eccome: in primis nella sanità territoriale che oggi sostanzialmente non esiste, con le Case della Salute che quasi ovunque sono scatole vuote».
«I vostri sono concetti di assoluto buon senso che l’azione regionale sposa a parole e contraddice nei fatti: ditemelo voi: siete stati ascoltati in questi anni?» In questi anni proprio no, hanno risposto gli infermieri. «Allora dobbiamo costruirla, l’alternativa credibile. Sono qui per questo, come lo sono stato negli ultimi cinque anni. Oggi le cose procedono come voi mi avete rappresentato per scelta politica, non per svista. Per questo l’unico a poter cambiare le cose sono io, che ho una visione diametralmente opposta della sanità, che vede al centro la persona, paziente o professionista della salute, e non certo l’apparato».