di Daniele Reali
FIRENZE – La Toscana potrebbe essere una delle regioni chiamate alle urne a non avere il confronto televisivo tra i candidati alla presidenza.
Proprio in questi giorni SkyTg24 il canale all news del colosso Sky sta realizzando e mandando in onda i confronti tra i candidati governatori. Stasera per esempio sarà la volta della Puglia. Nei prossimi giorni poi, volta volta, andranno in onda i confronti di altre regioni. Tutte meno quello che dovrebbe riguardare la Toscana, Umbria e Marche.
Strano? Sì, è proprio strano, per non dire di peggio. Strano perché la Toscana è una terra di democrazia e confronto, dove se da una parte è vero che durante la sua storia ha sempre governato una parte politica, a livello territoriale tante sono state le esperienze legate all’alternanza. Per esempio in Maremma, dove il centrodestra per anni ha governato e governa ancora in diversi comuni.
E allora? Allora la democrazia vuole e deve prendere il confronto, lo devo fare soprattutto quando i candidati in campo sono tanti come accade in questa tornata elettorale. Oggi con i social e i nuovi media, la televisione rimane comunque un mezzo importante che ben si presta al confronto tra candidati e proposte diverse di governo. Succede in tutto il mondo, succede in tutte le democrazie che ci piacciono e che mi piacciono. Succede anche in Italia, in tutte le regioni. Succede dappertutto e non in Toscana e sinceramente è un primato a cui vorremmo, come toscani, fare a meno.
Anche i candidati in questi giorni sono intervenuti su questo tema e credo che facciano bene a chiedere di confrontarsi di fronte a elettori e alla stampa. Personalmente credo che ce ne sia bisogno e che faccia bene alla competizione. Credo che sia uno strumento in più in mano dell’elettore e che sia importante anche per mantenere un rapporto tra candidato ed elettore che è sempre più difficile.
Insomma il confronto è un po’ il sale della democrazia, e anche in Toscana è opportuno e giusto che agli elettori sia servito un piatto saporito per evitare che sia sempre più grande il popolo che sceglie il mare rispetto a quello delle urne.