FIRENZE. Sono 2.990.258 i toscani che il 31 maggio 2015 saranno chiamati alle urne per eleggere il nuovo presidente della Toscana e i 40 nuovi consiglieri della Regione, quindici in meno del 2010. Questi almeno sono gli elettori iscritti negli uffici elettorali al 16 aprile, alla penultima revisione quarantacinque giorni prima delle elezioni. Tra questi ci sono anche 123.195 toscani che vivono all’estero. Cinque anni fa furono 3.009.691 gli elettori toscani complessivamente chiamati alle urne, diciannovemila in più.
Gli elettori in provincia di Grosseto sono 180.178.
Il voto per le amministrative – In nove comuni, dei 1087 chiamati alle urne in tutta Italia, si voterà anche per il rinnovo di sindaci e consigli comunali: ad Arezzo (Ar) Pietrasanta (Lu), Sillano Giuncugnano (Lu), Viareggio (Lu), Uzzano (Pt), Villafranca in Lunigiana (Ms), Coreglia Alteminelli (Lu), Castellina Marittima (Pi) e Orciano Pisano (Pi).
Quando si vota – Si voterà la domenica dalle 7 alle 23 e lo scrutinio si svolgerà immediatamente dopo, nel corso della notte. Nelle sezioni elettorali – 4.007 in tutta la Toscana, 38 in più del 2010 – presidenti, segretari e scrutatori, che sono oltre 24 mila, saranno comunque al lavoro fin da sabato, per autenticare le schede e attrezzare i seggi. Ai seggi occorre presentarsi con un documento di identità e la tessera elettorale. Se smarrita, un duplicato può essere richiesto in Comune. Gli uffici elettorali saranno per questo aperti anche domenica.
Così cinque anni fa: le regionali del 2010 – Nel 2010 i toscani che si recarono alle urne furono 1.827.266: il 60,71per cento (cinque anni prima erano stati il 71,35 per cento). A correre per un posto da presidente furono allora in cinque come nel 2005: Enrico Rossi, Monica Faenzi, Alfonso de Virgiliis, Francesco Bosi, Ilario Palmisani. Sempre cinque erano le coalizioni e nove i partiti in corsa che le sostenevano. Dal 1970 ad oggi per i toscani è la decima volta che sono chiamati alle urne per eleggere i loro rappresentanti in Consiglio regionale. Di presidenti di giunta ce ne sono stati finora sette.
La scheda elettorale – Una sola scheda ma due voti: uno per il presidente, il secondo per una delle liste. Due voti che possono essere anche disgiunti, come già cinque anni fa.
Sulla scheda ci saranno le liste di circoscrizione (una per provincia ma quattro a Firenze) – con l’elenco di tutti i candidati solo da spuntare per indicare l’eventuale doppia preferenza di genere – e a destra i candidati presidenti.
Ogni partito deve indicare un candidato presidente, tredici liste di candidati consiglieri (una per circoscrizione) e un’eventuale ma non obbligatorio listino regionale di tre candidati, che saranno i primi ad essere eletti in base ai voti raccolti dal partito.
Il voto disgiunto – Il voto ad una lista automaticamente si trasferisce al candidato presidente. Se invece un elettore indica solo il candidato presidente, il voto non andrà a nessuno dei partiti o dei movimenti che lo sostengono. E’ possibile anche votare il candidato presidente di uno schieramento e un partito di una diversa coalizione (il cosiddetto “voto disgiunto”).
Tornano le preferenze – A differenza di cinque anni fa gli elettori potranno indicare una preferenza per i candidati consiglieri: anzi due, un uomo e una donna. I consiglieri eventualmente nominati assessori dovranno dimettersi e saranno sostituiti dai primi non eletti.
Ballottaggio, una novità – Si vota con la possibilità di un turno di ballottaggio, da svolgersi a distanza di due settimane nel caso nessun candidato presidente raccolga almeno il 40 per cento dei voti validi: un’eventualità che nel 2010 non c’era. Al ballottaggio si presentano i due candidati più votati. Cinque anni fa Enrico Rossi, presidente uscente, raccolse al primo turno il 59,7 per cento dei voti.
Da 23 a 26 seggi allo schieramento vincente – La legge elettorale toscana prevede una soglia di sbarramento, che è cambiata rispetto a cinque anni fa. Potranno così sperare di avere un rappresentante in consiglio comunale solo i partiti che raccolgono più del 5% dei consensi in tutta la regione o, se parte di una coalizione, se la stessa ha superato il 10 per cento e le singole liste il 3 per cento.
Se il presidente eletto ottiene più del 45% dei voti, la coalizione che lo sostiene avrà diritto ad almeno al 60 per cento dei quaranta seggi in palio (ovvero 24); se il presidente eletto raccoglie tra il 40% e il 45%, la coalizione che lo sostiene avrà diritto a 23 seggi. Se i seggi ottenuti sono di meno, scatta il premio di maggioranza: se sono già di più, li mantiene.
Se la coalizione vincente raccogliesse più del 65 per cento dei voti (ovvero 26 seggi), scatta al contrario la soglia di garanzie per le minoranze, che complessivamente hanno diritto ad almeno 14 seggi. Ognuna delle tredici circoscrizioni ha diritto all’elezione di almeno un consigliere.