CAPALBIO – Approvata all’unanimità dal Consiglio comunale convocato nella mattinata di venerdì 10 aprile, la mozione che impegna il Comune di Capalbio a farsi promotore di ogni iniziativa amministrativa e politica volta ad ottenere dalla Regione Toscana l’abrogazione della normativa in materia di gestione dei rifiuti urbani e la delimitazione degli ATO (Ambiti Territoriali Ottimali).
Il Consiglio Comunale ha approvato all’unanimità anche la proposta di promuovere incontri con la popolazione residente nei quali saranno illustrate tutte le problematiche cui il Comune deve far fronte causa gli alti costi del servizio di raccolta e smaltimento rifiuti e l’impossibilità di gestire direttamente il piano e le modalità di raccolta (con le attuali regole salirebbero alle stelle i costi per sostenere un’efficace sistema di raccolta differenziata).
Inoltre, il Comune di Capalbio, coadiuvato da tecnici qualificati, dovrà farsi promotore di un incontro con i Comuni dell’area sud della provincia di Grosseto (Monte Argentario, Orbetello, Magliano in Toscana, Manciano, Pitigliano, Sorano e Isola del Giglio) per valutare soluzioni ottimali per la gestione dei rifiuti urbani alternative a quelle attualmente imposte da ATO Toscana sud.
Il Consiglio Comunale ha dato mandato al sindaco Luigi Bellumori al fine di indire un incontro con tutti quei Comuni delle province di Arezzo, Grosseto e Siena «che hanno mostrato le stesse perplessità e preoccupazioni del Comune di Capalbio riguardo il metodo di raccolta e smaltimento imposto dalla legge regionale. Alla Commissione Ambiente il Consiglio Comunale ha richiesto infine, anche con l’ausilio di un esperto, di esaminare le clausole contrattuali ATO/Gestore Sei che troppo spesso vincolano (e poco tutelano) – afferma l’amministrazione comunale di Capalbio – l’amministrazione locale rendendola soggetto estraneo all’organizzazione e gestione del servizio».
Nella medesima seduta è stata inoltre approvata la mozione del M5S per la nomina prioritaria di disoccupati, inoccupati, studenti e soggetti a basso reddito come scrutatori elettorali.