ORBETELLO – Dove sono finiti gli introiti della tassa di soggiorno? Lo chiede Andrea Casamenti capogruppo consiliare della “Lista civica verso il 2016”. «A dicembre 2014 circa l’utilizzo dei proventi della tassa di soggiorno presentammo una interrogazione; tale tassa, che la giunta Paffetti a maggio 2011, aveva promesso che non sarebbe mai stata applicata ha infatti martoriato gli operatori del settore creando non pochi problemi».
«Purtroppo scoprimmo che avevano utilizzato in gran parte gli introiti della tassa di soggiorno per sostenere spese storiche e per sanare alcuni buchi di bilancio. Tale tassa non era andata a incrementare la promozione, ma era servita per coprire alcune spese del turismo che già dovevano essere finanziate dal bilancio come avviene da oltre dieci anni – prosegue Casamenti -. Una operazione perfettamente legale ma scorretta nei confronti di coloro, gli operatori del settore, che hanno fatto da gabellieri per il comune non ricevendo nessun incremento della promozione turistica».
«La tassa era stata indirizzata a spese come il verde pubblico, contributi alle associazioni culturali, gustatus; tutte spese che dovevano essere già finanziate e che dovevano vedere al limite un incremento di somma pari a 437 mila euro ovvero la somma introitata con la tassa – continua la nota -. Due capitoli importanti come quello della manutenzione di beni storici ed archeologici e dell’arredo urbano finalizzato alla sentieristica sono stati inspiegabilmente azzerati. Ma del resto noi avevamo detto in tempi non sospetti che l’assessore al turismo Stoppa prendeva in giro gli operatori del turismo raccontando favole per giustificare l’introduzione della tassa».
«Per questo siamo rimasti esterrefatti quando il vicesindaco Stoppa ha avuto anche il coraggio di andare a raccontare agli operatori del settore le sue giustificazioni sull’utilizzo della tassa parlando di concertazione per il futuro che doveva esserci già stata nel 2014. Quando incontreremo gli operatori del settore concorderemo con loro se preferiscono tenere la tassa di soggiorno che venga però investita fino all’ultimo centesimo in promozione turistica realmente concertata con un programma preventivo chiaro – conclude Casamenti – o preferiscono che venga totalmente eliminata entro i primi 30 giorni della nuova legislatura».