GROSSETO – Sabato 14 marzo, al Museo Archeologico e d’Arte Sacra, si terrà il secondo incontro del ciclo: Archivi ISGREC: istruzioni per l’uso. Protagoniste sono – è il titolo della giornata – Le carte di Siro Rosi “sovversivo”. «In questo caso – affermano dall’Isgrec- si tratta di un piccolo fondo, incomparabile per dimensione con quelli di cui si parla negli altri tre incontri. Pochi, ma straordinari documenti, messi a disposizione dell’Istituto dalla famiglia, raccontano una vita movimentata, che attraversa davvero l’intero Novecento».
«Di Siro Rosi i più giovani tra i grossetani probabilmente ignorano anche il nome. È stata una figura che ha oltrepassato i confini della storia locale. Di lui si è occupata molto la stampa italiana degli anni Cinquanta; su di lui c’è stata anche una pubblicistica di scarsa attendibilità, ma capace di generare rumore, dal momento che è stato collegato all’uccisione di Mussolini, negli ultimi giorni della II guerra mondiale – prosegue l’Isgrec -. Ne abbiamo tratto materiale per la mostra, che si aprirà al mattino (ore 11), per rimanere nella Sala delle Colonne del Museo nella sola giornata di sabato. Al pomeriggio (ore 16), il programma prevede un incontro con Enrico Acciai, Ilaria Cansella e Giovanni Contini Bonacossi».
«La biografia di un grossetano, ma solo per brevi intervalli a Grosseto – continua la nota -. Antifascista della prim’ora, volontario nel 1936 nelle Brigate internazionali a fianco degli antifranchisti spagnoli, seguì poi la sorte dei tanti sconfitti che attraversarono i Pirenei nel ’39. Internato nei campi francesi, evase, fu partigiano nel maquis, accanto ai francesi che si armarono contro il governo collaborazionista di Vichy. Mutilato in combattimento, venne clandestinamente in Italia ed ebbe un ruolo importante nella Resistenza al Nord. A Liberazione avvenuta, nel 1945, fu per un breve soggiorno a Grosseto, ma subito nuovamente cittadino d’Europa, stavolta non per scelta, ma costretto a vagare tra Francia, Cecoslovacchia, Polonia, a causa di una persecuzione giudiziaria per diserzione, conclusasi con la riabilitazione solo nel 1962. I riconoscimenti arriveranno solo negli anni Settanta».
Dalla famiglia arriva un altro dono: dipinti, opere della maturità, che rivelano anche una nostalgia per la Maremma e per una vita intima; la Fiumara come tema che si ripete, accanto ai ritratti della moglie e dei due figli. Al mattino questi dipinti saranno oggetto di un’asta a beneficio dell’Istituto. «Questo contributo da parte dei due figli di Siro Rosi giunge in un momento di difficoltà dell’ISGREC – si legge nella nota -. Consideriamo questo un appuntamento importante per la vita del nostro Istituto. Ci auguriamo una presenza ampia dei nostri soci e di quanti vogliano aggiungere una tessera alla conoscenza della nostra storia, in questo caso storia grossetana, insieme nazionale ed europea».
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