di Lorenzo Falconi — Tweet to @LoreFalcons
GROSSETO – Il polo per l’industria e la trasformazione agroalimentare sta per diventare realtà. Sorgerà all’Enaoli, nell’area vicino a Legambiente dove esistevano locali dell’ente terre regionali toscane. Il costo dell’operazione ammonta a 3.565.340 euro, dei quali 1.627.305 riguardano i fabbricati, mentre 938.035 l’investimento in attrezzature. Per quanto riguarda le risorse, 1.718.711 euro saranno finanziati dalla Regione Toscana, altri 838.529 dallo Stato attraverso il Cipe, mentre l’impegno della Provincia è di 8.099, ai quali però si aggiungono i 75mila per la progettazione escutiva dell’intervento. Complessivamente, quindi, l’apporto dell’amministrazione provinciale sarà di poco superiore agli 83mila euro.
«E’ con orgoglio che presentiamo questo progetto – dichiara il presidente della Provincia Emilio Bonifazi -, perché l’agroalimentare rappresenta la vocazione del nostro territorio. Con la trasformazione industriale dei prodotti agroalimentari, contiamo di avere occupazione e anche un polo di ricerca significativo». Il Soggetto gestore è rappresentato da un’Associazione Temporanea di Scopo (Ats) costituitasi il 22 maggio 2014 tra Provincia di Grosseto, Comune di Grosseto, Camera di Commercio di Grosseto, Università degli Studi di Firenze, Università degli Studi di Pisa, Università degli Studi di Siena, Scuola Superiore di Studi Universitari e Perfezionamento S. Anna, Cosvig S.c.r.l., Cirpe, Polo Navacchio, Pont-tech, Cnr-Ibimet, Isis “Leopoldo II di Lorena/Crisba Grosseto, Polo Universitario di Grosseto S.c.r.l., Coldiretti Grosseto, Cia Grosseto, Confagricoltura Grosseto, Confcooperative Uninione Provinciale di Grosseto e Confindustria Grosseto. Particolarmente interessante la presenza dell’Istituto superiore Leopoldo II di Lorena, perché il settore agroalimentare avrà anche uno sviluppo delineato in un preciso percorso di studi in grado di fornire ulteriori opportunità di specializzazione.
«La visione del progetto – aggiunge il direttore generale Emilio Ubaldino – è completata dalla possibilità di avere tre poli strategici sul territorio: quello tecnologico, quello agroalimentare e quello della conoscenza. Saranno tre centri di eccellenza, un fatto inedito per la Maremma». Nelle previsioni è il 2018 l’anno in cui il Polo Agroalimentare diventerà effettivo: «Il Polo potrà essere un punto di riferimento, sotto il profilo della ricerca, innovazione e trasferimento dell’innovazione, per tutto il comparto agro-industriale della Toscana – precisa il dirigente Renzo Ricciardi -. Un soggetto in grado di coordinare le attività di consulenza e di trasferimento dell’innovazione, in un contesto dove sono inseriti una serie di laboratori».
«Dal punto di vista della realizzazione dell’opera – commenta l’architetto Marco Scandroglio che segue il progetto -, sono interessanti 2.500 metri cubi, dei quali 1.475 recuperati da vecchie strutture e 770 di incremento». Decisamente una grande sfida per il futuro con l’obiettivo di ridare slancio a progetti di ricerca e sviluppo utili a migliorare la competitività dell’agroalimentare. Un collegamento tra l’industria, la ricerca, le istituzioni e tutte le risorse del territorio che possono operare a supporto dell’innovazione del settore agro-industriale. «Al progetto manca un ultimo tassello – conclude il funzionario Roberto Seghi -, ovvero l’individuazione del soggetto gestore. Con il progredire del progetto però, siamo sicuri che non mancheranno in Toscana le manifestazioni di interesse».