GROSSETO – Quali sono le novità per il territorio che deriveranno dal nuovo Pit, Piano di indirizzo territoriale che ha valenza di Piano paesaggistico? E stato questo il tema dell’incontro promosso da Cna questo pomeriggio, e a cui sono intervenuti sindaci, amministratori e associazioni di categoria.
«Il combinato del piano paesaggistico e del regolamento urbanistico di fatto ha ingessato il territorio – afferma Renzo Alessandri direttore provinciale Cna -. Si parla di minor consumo del territorio: nella nostra terra per i piccoli imprenditori recuperi edilizi, manutenzione, e rigenerazione energetica possono essere non meno importanti delle grandi costruzioni. Qui eravamo in una provincia in cui l’edilizia era particolarmente forte, e invece tra le aziende cessate il 50% delle chiusure riguardano l’edilizia. Dimezzata l’occupazione anche delle cave».
«In un momento in cui la compravendita degli immobili è ridotta ai minimi storici questo settore può essere una boccata di ossigeno – riprende Alessandri -. Ma per far si che il minor utilizzo del territorio e il riutilizzo costituiscano una opportunità invece che un limite serve semplificazione. Il rilascio di una autorizzazione non può essere un percorso di guerra e poi servono regole uguali, non è possibile che le cose cambino totalmente da comune a comune, anche tra comuni limitrofi. In più sarebbe utile che i Comuni si impegnassero per per mettere in campo alcuni provvedimenti come, ad esempio, l’abbattimento degli oneri urbanistici in caso di progetti interessanti e la rapidità nel rilascio delle autorizzazioni».
Chiede norme chiare anche il sindaco di Grosseto, Emilio Bonifazi, che ricorda come ci siano voluti 16 anni per approvare il regolamento urbanistico «Servono norme chiare perché noi dobbiamo dare risposte ai cittadini».
Fabio Zita dirigente della Regione (all’incontro doveva intervenire anche l’assessore regionale Anna Marson poi trattenuta in una riunione proprio sul piano paesaggistico) ha ricordato come per quanto riguarda le decisioni sul territorio agricolo ci siano voluti quattro mesi di riunioni con le associazioni di categoria del mondo dell’agricoltura. «Resta ancora aperta la questione delle cave per cui si stanno discutendo gli emendamenti sull’attività estrattiva. Il Piano paesaggistico riguarda tutta la Toscana ed è stato fatto in virtù di una norma statale: se la Regione riuscirà a concludere l’iter è inevitabile il confronto con il ministero che deve firmare il piano. Se non lo firma bisognerà andare ancora avanti col meccanismo del 1985 quando furono dettate le prime regole. Ad esempio lungo i corsi d’acqua c’è una tutela di 150 metri sia a sinistra che a destra, qualunque sia la portata dei fiumi, sia che necessitino di più spazio sia che siano poco più che torrentelli. Chi l’aveva pensata aveva chiesto alle Regioni di metterci mano entro sei mesi, Dopo 40 anni per almeno due regioni forse si riuscirà a farlo».