a cura di Piero Simonetti
GAVORRAMO – Un prete lombardo, nato a Borgoratto Mormorolo (Pavia) il 13 febbraio 1915. Venne ordinato sacerdote dal vescovo di Grosseto Paolo Galeazzi il 15 agosto 1937. Ed il 13 febbraio compie 100 anni di vita terrena. Un traguardo davvero raro, raggiunto con coerenza vocazionale veramente esemplare.
Iniziò il servizio parrocchiale a Gavorrano il 29 ottobre 1944, quattro mesi dopo i primi bombardamenti alleati su Gavorrano del 20 giugno 1944.
Il vescovo di Grosseto Paolo Galeazzi nutriva in lui profonda stima e lo mandò a Gavorrano – togliendolo da Tirli – quale successore dell’amato Mons. Turiddo Turi, promosso il 1 ottobre 1944 alla Prioria di Orbetello.
Don Pietro Nonna arrivò a Gavorrano la sera prima, alla buona ed in silenzio, senza alcun ricevimento ufficiale, insieme ai propri genitori, alla sorella Alda ed al fratello Mario.
Il giorno dopo, all’omelia della Messa, si presentò ai gavorranesi con queste parole: “Sarò l’uomo di Dio in mezzo a voi”.
Con questo impegnativo programma don Pietro dette inizio al suo duro lavoro nel “paese delle miniere”, ove trovò circa 6.600 abitanti, sparsi in un territorio di oltre 50 km quadrati (Gavorrano, Miniera, Filare, Bagno, S. Ansano, stazione ferroviaria e tutta la vasta campagna circostante). Una sola chiesa ed un solo asilo a Gavorrano ed una piccola stanzetta, che serviva per cappella, a Bagno di Gavorrano intitolata a San Giuseppe.
Gavorrano nel 1936 contava 1.354 abitanti, cresciuti a 2.836 nel 1949. E Filare con Bagno, Stazione ferroviaria e campagna assommavano altre 3.600 persone. Quindi una popolazione in forte crescita, essenzialmente in conseguenza dell’attività mineraria.
Don Pietro trovò anche il problema pesante della disoccupazione, a causa della guerra ancora in corso. Infatti la miniera era praticamente ferma per l’allagamento delle gallerie, avvenuto a seguito del blocco delle pompe per mancanza di energia elettrica a causa degli eventi bellici.
Insomma, un quadro che poteva creare sgomento anche in un sacerdote esperto. Ma il giovane don Pietro – allora 29enne – non ebbe tempo per cedere all’abbandono. Si tuffò subito tra i problemi della sua gente e fu sempre presente, giorno dopo giorno, con l’aiuto, la parola e con l’esempio, sollecitando anche l’azione della pubblica amministrazione locale. E’ altresì doveroso ricordare il suo assiduo e costante impegno per il bisogno spirituale della parrocchia, attraverso una liturgia ministeriale vissuta con intima e pastorale intensità.
A lui è dovuta l’apertura degli asili infantili di Filare, Bagno e Stazione di Gavorrano, oltre al Refettorio di Gavorrano ove giornalmente venivano distribuiti oltre 200 pasti caldi.
La chiesa del Bagno oggi esiste perché voluta profondamente da don Nonna, quale frutto della sua volontà e del suo instancabile lavoro di coinvolgimento ed organizzazione sociale.
Negli anni ’50 accadde che una sera, mentre don Pietro si trovava a Bagno, qualcuno lo colpì con un sasso lanciato di nascosto ed al buio. Erano tempi difficili anche per i preti ma quel sasso fu da lui raccolto e murato come prima pietra per la costruzione della nuova ed attuale chiesa parrocchiale di Bagno di Gavorrano, divenuta poi parrocchia autonoma di S. Giuseppe Lavoratore nel 1956.
Il mantenimento, la valorizzazione e la continua manutenzione della casa canonica e della chiesa parrocchiale di Gavorrano, intitolata a S. Giuliano Martire, hanno poi consentito, ai suoi successori (don Leonardo, don Giovanni, don William, don Vincenzo e l’attuale don Anselmo) la possibilità di più facili e comodi inserimenti nella guida della comunità parrocchiale stessa.
E poi mille altre cose, dall’assistenza ai malati negli ospedali, alla presenza continua verso i bisogni dei poveri. Seppe dare il suo sostegno di uomo e di prete alle tante famiglie che si trovarono coinvolte nei pesanti drammi umani causati dalle miniere. Fu insomma il parroco dell’epoca mineraria gavorranese più importante ed intensa.
Nel 1982, con la cessazione dell’attività estrattiva, egli se ne andò da Gavorrano rientrando in quella terra lombarda ove ebbe i natali, dopo ben 38 anni di presenza nel “paese delle miniere”.
Ed anche a Zavattarello (Pavia), ove si è ritirato nel 1982, don Pietro ha proseguito nella sua attività di laborioso sostegno alla vita della nuova parrocchia di residenza, pur essendo a riposo e non essendone titolare.
Oggi, alla veneranda età di 100 anni, vive insieme alla sorella Alda, anch’essa giunta ai 92 anni d’età.
A Gavorano si stanno raccogliendo firme augurali da spedire per posta a don Pietro (www.parrocchiagavorrano.jimdo.com).