di Daniele Reali — Tweet to @Daniele_Reali
GAVORRANO – Daniele Tonini ha detto la verità. A dirlo con tanto di delibere alla mano è il sindaco di Gavorrano Elisabetta Iacomelli che dopo aver tracciato un bilancio dell’attività amministrativa dell’ultimo anno (leggi:Comune più efficiente: uffici potenziati e piano assunzioni. Gavorrano guarda al futuro), è tornata sulla famosa questione del trasferimento dei 13 mila euro alle società sportive del comune.
Tonini era stato attaccato nei giorni scorsi dall’opposizione e dall’ex sindaco di Gavorrano Mauro Giusti rispetto alle critiche che lo stesso assessore aveva mosso proprio alla minoranza. «Mente sapendo di mentire» aveva detto Giusti, e oggi è il sindaco di Gavorrano a rispondere. «Tonini ha sempre detto la verità, mentre qualcuno ha parlato senza conoscere gli atti. Le delibere che questa amministrazione ha approvato sono qui a dimostrarlo».
La questione dei 13 mila euro infatti si apre il 6 agosto del 2014 quando il consiglio di amministrazione di Gavorrano Idea nell’approvare il bilancio auspica che dal comune siano stanziate risorse per le società sportive. Richiesta che viene poi accettata nel consiglio comunale del 16 settembre e poi si attua con la delibera del 26 novembre ch edi fatto trasferisce dalle casse del comune 13 mila euro a Gavorrano idea da riservare alle società sportive.
«Tonini chiese più volte in consiglio all’opposizione – ha detto il sindaco – di votare il trasferimento. Se tutti avessimo fatto come la minoranza oggi i soldi alle società sportive non arriverebbero; nei confronti dell’assessore abbiamo assistito soltanto ad accuse gratuite da parte di chi non conosce gli atti e parla tanto per far sapere che esiste».
Tonini dal canto suo non ha voluto alimentare la discussione. «Non voglio fare alcuna polemica, per me parlano i fatti che fanno più rumore delle chiacchiere».
Sul fronte delle polemiche il sindaco ha poi voluto chiarire. «Gavorrano ha bisogno di risposte e non di polemiche: alimentarle sui social network non serve a nessuno». Poi ha concluso: «CI hanno detto che siamo dilettanti: bene noi rivendichiamo con orgoglio di esserlo, non siamo professionisti delle politica, abbiamo tutti un lavoro e non ci siamo formati saltando da una poltrona all’altra in questo o quell’altro ente. Forse ci hanno scelto proprio per questo».