ROMA – La nuova legge sulla diffamazione è sbagliata. Da che doveva essere una riforma della legge sulla stampa – unica scritta dai padri della Repubblica dopo la Costituzione – per evitare il carcere ai giornalisti colpevoli di riportare fatti falsi, pare diventata l’occasione di una rivincita senza precedenti della politica verso chi dovrebbe controllarne l’operato.
La legge sulla diffamazione che tornerà alla Camera a Gennaio prevede una multa fino a 50 mila euro per colui che è considerato colpevole di diffamazione, obbliga la rettifica immediata, integrale e illimitata al testo diffamatorio senza replica nè del giornalista nè del direttore responsabile, e prevede la cancellazione della notizia dal web per un presunto diritto all’oblio. Tutto ciò non vale solo per testate registrate, quotidiane e cartacee, ma anche per libri, siti e blog.
E questo accade in una situazione in cui a causa di noti fatti di corruzione appare sempre più rilevante il ruolo di un giornalismo capace di denunciare malaffare e corruzione, interpretare il paese che cambia e di rendere pubblico ciò che, chi ne è coinvolto, vorrebbe tener nascosto. Questa legge sulla diffamazione somiglia troppo a un inaccettabile “mettetevi in riga”.
Per questo ANSO insieme ad altre organizzazioni e decine di promotori (costituzionalisti, giornalisti, giusriti, ecc) chiede a tutti i cittadini di informarsi e firmare l’appello e dirlo ai parlamentari che hanno scelto, chiedendo loro di impedire l’approvazione della legge e al capo dello stato di non firmarla.
Ne va della libertà di tutti.
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