GRECIA – Una nave in fiamme, 300 passeggeri ancora a bordo, sul ponte, al freddo della notte invernale e intossicati dal fumo dell’incendio in corso. Una tragedia lontana, nelle acque del mar Adriatico, tra l’Italia e la Grecia, ma che per noi grossetani ricorda un’altra tragedia avvenuta tre anni fa, il 13 gennaio del 2012, nelle acque di isola del Giglio. Anche in quel caso i passeggeri a bordo erano tanti, e i soccorsi resi difficili dalla notte e dal buio. Lì però a due passi c’erano le coste dell’Isola del Giglio, e chi decise di tuffarsi, i pochi nuotatori provetti che osarono raggiungere la riva a bracciate, trovarono ad attenderli coperte calde e braccia accoglienti.
Qui la costa è lontana, e i pavimenti della nave sono resi incandescenti dal calore sprigionato dalle fiamme. Al Giglio tutto avvenne in breve tempo, mentre nella tragedia che si sta consumando nelle acque greche l’incendio è partito alle 4.30 di questa mattina, ma il maltempo, il mare mosso, ha impedito alle navi di soccorso di avvicinare il traghetto, e i salvataggi, che pure sono stati effettuati, sono avvenuti con l’elicottero, in uno stillicidio che ha consentito di mettere in salvo solo poche persone per volta. «Non sappiamo se ce la faremo. Sembra il Titanic» raccontano al telefono alcuni passeggeri ancora a bordo. C’è già un morto, ma il bilancio potrebbe aggravarsi ulteriormente.
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