GROSSETO – In tema di autostrada Tirrenica, il coordinamento provinciale di Sel prosegue la battaglia opponendosi alla realizzazione dell’opera e invocando, una volta ancora di più, la messa in sicurezza dell’Aurelia. A tornare sull’argomento è Valentino Bisconti, responsabile infrastrutture e trasporti di Sel Grosseto. «La notizia che la riunione convocata dal vice-ministro delle infrastrutture e trasporti, Riccardo Nencini, presso la sede del ministero, per discutere della realizzazione della nuova autostrada tra Livorno e Civitavecchia è terminata senza una conclusione concreta, non ci lascia stupiti. Alla riunione sarebbe stato presente, oltre lo stesso Nencini, anche il presidente della regione Toscana, Enrico Rossi. Insomma, gli ultimi due che ancora si ostinano, non si sa per quali interessi, a spingere per realizzare un’autostrada che, oltre a non avere più un senso, è insostenibile non solo per i territori e le comunità attraversate ma, addirittura, anche per il concessionario che deve realizzarla».
«Tutto ciò a meno che non arrivino nuove regalie alle già numerosissime concesse come la riduzione del costo dell’opera da 4 miliardi a 2,2 e adesso ad un solo miliardo, gli sgravi fiscali di ogni genere, la proroga della concessione e gli appalti assegnati direttamente a società controllate – aggiunge Bisconti. Elementi questi alcuni dei quali già evidenziati dalla procedura di infrazione aperta dalla Commissione europea. Il fatto che l’opera è insostenibile lo dimostra l’atteggiamento del direttore dei progetti Infrastrutturali di Autostrade per l’Italia, Gennarino Tozzi, anch’esso presente all’incontro, che come socio capofila di Sat avrebbe chiesto più tempo per presentare il progetto definitivo del tracciato e addirittura buttato là l’ipotesi di un’aumento del pedaggio in tutte le autostrada italiane. L’ennesima provocazione in un momento in cui il paese non ha risorse per non morire affogato dalle alluvioni, in cui si vuol mettere a pagamento una strada realizzata con soldi pubblici (la Due Mari) come da noi denunciato da mesi».
«Di fronte a tutto ciò è evidente che il buon senso deve tornare ad occuparsi della Tirrenica la cui conclusione naturale ed economica sta semplicemente nella messa in sicurezza dei tratti più pericolosi dell’attuale Aurelia – conclude Bisconti -. Non vorremmo essere di nuovo profeti come già avvenuto in passato ma la politica, finché è in tempo, fermi questo scempio e non si faccia scavalcare come spesso è accaduto per queste grandi, intrigate ed inutili opere».