di Barbara Farnetani
GROSSETO – 40 euro al giorno. Tanto, secondo molti siti internet e blog che si rincorrono specie sui social network ma anche secondo quanto dice la vox populi, sarebbe la cifra che ogni giorno viene data in mano ai migranti in attesa del riconoscimento dello status di rifugiato.
Questo, ovviamente, oltre a vitto e alloggio. In realtà le cose stanno un po’ diversamente. «Noi abbiamo vinto un bando di gara – afferma Christian Sensi, presidente provinciale Arci – la base era 35 euro al giorno per migrante, noi ne abbiamo offerti 34».
34 euro al giorno è quanto lo stato versa, dai fondi europei stanziati per questa specifica funzione, ad esempio al centro che Arci gestisce a Cinigiano e che attualmente ospita 10 ospiti, tutte donne.
Di questi 34 euro 2,50 euro al giorno vengono versate alle ospiti (61 euro al mese). All’Arci (ma anche alle altre associazioni che gestiscono lo stesso servizio in altre zone della provincia) restano 31,50 euro al giorno per ciascuna delle straniere presenti al centro.
Di questi, 16 euro servono per i tre pasti al giorno che vengono serviti (gli stessi delle scuole, tra l’altro la cucina in cui si preparano i pasti è proprio all’interno della struttura di Cinigiano), ne restano 15,5 al giorno per ciascuna ragazza per pagare luce, gas, formazione, il custode che sorveglia la struttura e gli spostamenti ad esempio per le visite mediche.
I soldi non vengono liquidati alle associazioni in maniera preventiva, ma ogni due mesi, una volta presentato il resoconto e la presenza dei migranti (in caso qualcuno vada via, infatti, il contributo viene sospeso).